La morte di Soleimani è riuscita a dividere il Movimento Cinque Stelle. Per capire il modo in cui questa morte possa mettere nei guai i 5 Stelle di fatto bisOgna tenere conto di due fattori: il primo riguarda Luigi Di Maio, capo politico del Movimento e titolare del dicastero più esposto in questo momento, quello degli Esteri. Il secondo fattore riguarda l'agitazione interna dei Cinque Stelle con la diaspora dei parlamentari e tutte le critiche dalla parte più ribelle dei grillini contro lo stesso Gigino. In questo quadro infatti vanno lette le parole di Alessandro Di Battista che bruciando sul tempo Di Maio ha detto la sua sull'attacco Usa in Iraq: "Quello a Baghdad è un raid vigliacco perché i droni sono vigliacchi. È un raid pericoloso perché il Medioriente è una polveriera. È un raid stupido perché ricompatterà l’opinione pubblica iraniana a sostegno del governo di Teheran", ha scritto su facebook l'ex parlamentare. Poi l'affondo e una nemmeno tanto velata esaltazione di Teheran: "Sono passati 17 anni dall’inizio della seconda guerra del Golfo. I droni vengono telecomandati a distanza, la morte arriva dall’alto apparentemente invisibile e silenziosa - ha aggiunto l’esponente M5s - Gli interessi politici restano prioritari rispetto al diritto internazionale e alla ricerca della pace. Il governo italiano lavori per il dialogo con l’Iran. In Iran ci sono leggi diverse dalle nostre, si vive in modo diverso ma l’Iran non ha mai rappresentato una minaccia per il nostro paese al contrario, prima delle sanzioni, imposte all’Europa da Washington, l’Iran era un paese fondamentale per la nostra economia e per le nostre imprese".
La posizione del titolare della Farnesina è molto più prudente e di fatto Di Maio si rifugia in un appello alla "prudenza": "Gli ultimi sviluppi della situazione in Iraq sono molto preoccupanti. Negli ultimi giorni - si legge in una nota del ministero degli Esteri - abbiamo assistito ad una pericolosa escalation culminata nell’uccisione del Generale iraniano Soleimani. L’Italia lancia un forte appello perchè si agisca con moderazione e responsabilità, mantenendo aperti canali di dialogo, evitando atti che possono avere gravi conseguenze sull’intera regione. Nessuno sforzo deve essere risparmiato per assicurare la de-escalation e la stabilità. Nuovi focolai di tensione non sono nell’interesse di nessuno e rischiano di essere terreno fertile per il terrorismo e l’estremismo violento". Eppure le parole di Di Maio non sono bastate a calmare i pasdaran grillini. Tra questi c'è anche il deputato europeo M5S, Ignazio Corrao: "Qassem Soleimani, quello che hanno ammazzato gli americani con un "coraggiosissimo" attacco con i droni, non è uno qualunque. È una delle figure più importanti di tutto l’Iran e oltre, sia dal punto di visto militare che politico (e da quelle parti significa anche religioso). Una sorta di figura leggendaria per gli sciiti dell’intero medio oriente". Poi ha elencato le capacità militari dell'uomo che ha orchestrato l'attacco all'ambasciata Usa di Baghdad: "A capo da 21 anni delle forze speciali delle Guardie rivoluzionarie iraniane, in prima linea in tutte le vicende geopolitiche più importanti degli ultimi anni nell’area e in primissima linea nella vincente lotta sciita nel vicino Iraq contro Daesh, l’Isis per capirci - prosegue -.
I nostri cari alleati, oltre che mettere a rischio tutta la sicurezza globale, hanno ancora una volta dimostrato tutta la loro vigliaccheria imperialista". Insomma una parte dei 5S fa sentire la sua voce anti-Usa e filo-Iran. Un nuovo fronte interno con cui dovrà fare i conti l'ormai sempre più debole ministro degli Esteri, Luigi Di Maio...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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