Spazi ad hoc, prenotazioni e un medico da remoto

La rete delle 73mila farmacie attiva già oggi in Liguria. Le perplessità dell'Ordine dei medici

Spazi ad hoc, prenotazioni e un medico da remoto

Il via libera alle vaccinazioni in farmacia può imprimere una decisiva accelerazione alla somministrazione delle dosi. In Italia sono circa 73mila le farmacie e circa 20mila i farmacisti. Abbiamo un presidio ogni 3mila abitanti.

Se la maggioranza aderisse si ipotizza che a regime possano essere effettuate 200mila inoculazioni al giorno.

L'accordo prevede un compenso per il farmacista pari a 6 euro per ogni vaccinazione. Anche in questo caso ci sono regioni che sono più pronte delle altre. Come la Liguria che parte oggi con 52 farmacie coinvolte puntando al momento ad almeno 2.500 dosi settimanali per salire poi a 7mila. Ma in pole position ci sono anche Piemonte, la Lombardia e il Lazio. Prima di tutto le singole farmacie devono aderire all'accordo quadro siglato ieri tra il governo, le regioni, Federfarma e Assofarm. Il protocollo d'intesa prevede poi la definizione a livello di amministrazioni locali con l'ok di organizzazioni sindacali e professionali.

Come si articola il protocollo? Si dovranno seguire le priorità indicate dal governo come indicate nel decreto Sostegni. Restano esclusi dalla possibilità di vaccinarsi in farmacia i soggetti ad «estrema vulnerabilità» o con anamnesi positiva per pregressa reazione allergica grave, per ovvi motivi di sicurezza.

Saranno i farmacisti ad eseguire la vaccinazione dopo avere seguito specifici programmi e moduli formativi organizzati dall'Istituto superiore di sanità. Andrea Mandelli presidente della federazione degli ordini dei farmacisti spiega che sono già 5.174 quelli abilitati, mentre altri 2.800 stanno ultimando il corso.

Prevista già nella legge di Bilancio la supervisione di un medico che però viene interpretata in modo estensivo e dunque potrà avvenire anche da remoto. Modalità che era stata criticata in particolare dalla Fnmoceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici, che aveva sottolineato come la vaccinazione richieda sempre la presenza di un medico. In caso di reazione anafilattica, il farmacista fornirà un supporto di emergenza, avvisando tempestivamente il 118. Se necessario, in caso di grave anafilassi, il farmacista potrà somministrare adrenalina intramuscolo.

La vaccinazione, per cui ci si dovrà sempre prenotare, avverrà soltanto dopo l'acquisizione del consenso informato e della relativa scheda anamnestica per la valutazione dell'idoneità o meno del soggetto a sottoporsi alla vaccinazione.

Anche dal punto di vista logistico come già avvenuto per l'esecuzione dei tamponi dovranno essere previsti spazi separati da quelli destinati all'accoglienza dell'utenza e allo svolgimento delle attività ordinarie. Se la farmacia non avesse al proprio interno spazi adeguati si potrà allestire un «hub» esterno con gazebo.

Tutti gli spazi dovranno essere opportunamente arieggiati in modo da garantire il cambiamento d'aria e si potrà vaccinare anche a farmacia chiusa, fuori orario.

Sarà poi necessario stipulare eventuali appositi accordi con le regioni per avere il rimborso di spese conseguenti alle necessità organizzative, e al rimborso dei dispositivi di protezione individuale e dei materiali di consumo, oltre che ad eventuali incentivi per il raggiungimento di target vaccinali stabiliti dalle stesse amministrazioni

territoriali.

Questo accordo per la Federazione degli Ordine dei farmacisti «pone le basi per rendere capillare l'accesso al vaccino in piena sicurezza per i cittadini, e allinea l'Italia alle migliori esperienze europee».

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