Fino a oggi le formule speciali per l'accoglienza dei migranti hanno riguardato essenzialmente minori non accompagnati e donne con bambini molto piccoli che, fin dal primo approdo, hanno ricevuto trattamenti esclusivi. Questi trattamenti a sentire chi promuove le reti Sai per la seconda accoglienza ovvero i servizi di accoglienza e integrazione, dovrebbero essere ampiamente diffusi anche agli immigrati che si professano di appartenere a categorie Lgbtqia+. Sarebbero conteggiati tra i 2000 e i 3000 l'anno. Già. E infatti da chi gestisce l'accoglienza di II livello in capo ai comuni, quella e promossa da Anci tramite la sua fondazione Cittalia per intendere, sono stati avviati i primi progetti sperimentali dedicati a coloro che dopo essere stati inquadrati nei Cas, intervistati con l'ausilio dell'interprete e presentato la dovuta richiesta di asilo o protezione internazionale, hanno dichiarato la propria persecuzione per cause di orientamento sessuale. A questo punto il percorso del giovane immigrato cambia in termini di tutele e cure. Piuttosto, ad essere sinceri, sarebbe meglio parlare favoritismo bello e buono: costui classificato come appartenente a una delle categorie Lgbtqia+, viene collocato in appartamento o in una struttura mono familiare ma anche in una casa famiglia. E da quanto si evince dai progetti in via di definizione ma anche dallo studio effettuato dall'Università Ca Foscari di Venezia realtà di questo tipo devono essere incentivate perché «Ogni anno sono migliaia le persone richiedenti asilo lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali (Lgbti) che presentano domanda di protezione internazionale». Ed è proprio cavalcando l'onda alta dei numeri che l'Anci e la sua controllata Cittalia a distanza di due mesi stanno promuovendo le modalità di accoglienza delle persone che si dichiarano Lgbtqia+ con due appuntamenti separati: uno già ampiamente disquisito il 18 dicembre scorso e uno venturo che si terrà il prossimo 22 febbraio. Il filo conduttore è incrementare l'integrazione, l'azzeramento delle disparità lavorative, il supporto psicologico nonché il sostegno per intraprendere eventuali percorsi di transizione medicalizzato e ormonale. Ma c'è da aggiungere che l'accoglienza di costoro nei costi risulta di gran lunga maggiorata rispetto allo standard dei 27 euro al giorno stabiliti dal Viminale per tutti gli altri migranti che non esprimono le proprie disparità di genere. Nel Comune di Roma sono stati stanziati 493.200 euro per accogliere 10 migranti che si dichiarano Lgbtqia+ nel sistema di accoglienza integrata ovvero le reti Sai, con tanto di servizi di assistenza sociale e alloggio. Considerando che il bando è triennale, da qui al 2026 la spesa sarà pari a 164.400 l'anno per 10 immigrati. Cioè 16.400 euro a migrante per 1.366 euro al mese ciascuno. Bologna invece rispetto a Roma è molto più avanti: qui sono già attive 8 strutture dedicate all'accoglienza di genere. Per un totale al momento di 37 posti e con una spesa di oltre 50 mila euro mensili. A Verona il sindaco Damiano Tommasi ha concesso un immobile in disuso al Circolo Pink e qui è stato inaugurato il primo centro per migranti omosessuali e contemporaneamente è nato il progetto per l'accoglienza stanziale con case/appartamenti per 4/6 persone. Al contempo anche a Padova si sta partendo con il Centro Spolato ovvero è un servizio del Comune di Padova che si occupa di accoglienza migranti gay lesbo e trans, consulenza, sostegno, protezione a favore di persone. Ma quando ci si sofferma sulle modalità di accoglienza promosse da Anci e Cittalia emergono anche i programmi di supporto per quei giovani immigrati che vogliano intraprendere il percorso di transizione medicalizzato e ormonale. Costi ovviamente a carico delle Asl competenti per territorio: una cifra valutata tra i 9mila e i 15 mila euro. E considerando che i percorsi richiedono anni, ogniqualvolta se ne intraprende uno il singolo migrante transgender non potrà essere espulso a causa delle cure che sta seguendo e dei controlli che dovrà affrontare.
A tal proposito i patrocinatori di questo nuovo genere di accoglienza si starebbero adoperando affinché chi si identifica nelle categorie Lgbtqia+ non possa essere trasportato oltre i confini italiani, - leggasi in Albania n.d.r. perché vittima di persecuzione a causa del proprio orientamento sessuale o di genere e si sta impegnando affinché possa godere della protezione speciale.
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