Hanno visto Stephan cadere nell'acqua, hanno provato ad afferrarlo senza riuscirci e il piccolo è stato risucchiato davanti a loro dal violento vortice dallo scarico di svuotamento di una delle tre piscine delle Terme di Cretone, a Palombara Sabina, in provincia di Roma.
C'è ancora la disperazione negli occhi dei testimoni, che giovedì pomeriggio hanno assistito alla morte del bambino di origini russe, residente a Castel Madama. Mentre la piscina veniva svuotata per essere pulita, il piccolo si è ritrovato sul fondo ed è stato trascinato verso il sistema di drenaggio. Poi è scomparso all'interno del tubo. Chi ha cercato di arrivare a lui, come lo stesso papà, ha rischiando di essere trascinato a sua volta nello scarico e ha dovuto rinunciare. Con Stephan, secondo quanto accertato, c'era anche la sorellina, che non si sarebbe accorta all'inizio di quanto stava avvenendo, ma poi ha lanciato l'allarme.
«Poteva succedere a chiunque, ma come si fa a perdere un figlio così? - si dispera Angelo, lo zio di Stephan -. È stata la sorellina ad avvertire il papà che non vedeva più il fratello. Mio cognato è stato il primo a tuffarsi. Potete immaginare lo strazio di quel padre. Il vortice però era troppo potente, non è riuscito salvarlo e ha chiesto aiuto».
A recuperare il corpo senza vita sono stati giovedì sera i vigili del fuoco, nel corso di un intervento complicato durato un paio d'ore. Quel cadavere minuto era infatti rimasto incastrato nella condotta e i sommozzatori sono riusciti a prenderlo nella parte di uscita dello scarico dell'acqua, fuori quindi dalla piscina. L'incidente sarebbe avvenuto proprio nel momento della chiusura, verso le 18.30, quando sono iniziate le operazioni di svuotamento delle tre vasche, annunciate anche con l'altoparlante.
Ma perché Stephan si trovava lì in quel momento? I suoi genitori, che sono ancora sotto choc, non sono in grado al momento di spiegarlo. Lo farà la Procura di Tivoli, che ha affidato le indagini ai carabinieri di Monterotondo. Sono molte le cose da chiarire e c'è da capire perché la manutenzione fosse cominciata, sebbene ci fossero ancora clienti all'interno della struttura. La Procura di Tivoli attende la relazione sull'incidente dall'Arma, ma nel frattempo ha posto sotto sequestro il complesso. Ieri mattina personale della Asl e carabinieri di Palombara Sabina di Monterotondo hanno compiuto un sopralluogo per analizzare lo stato delle piscine e il rispetto delle norme di sicurezza. Secondo una prima analisi, che dovrà essere confermata dalla indagini, nello specchio d'acqua teatro della tragedia non c'era la grata del canaletto di sicurezza.
La salma del piccolo è stata messa a disposizione dell'autorità giudiziaria e nelle prossime ore verrà affettuata l'autopsia. Gli inquirenti ieri hanno acquisito le telecamere presenti e hanno sentito diversi testimoni, per cercare di ricostruire la dinamica di quanto avvenuto in quei tragici minuti e soprattutto scoprire se Stephan fosse già in acqua o se si sia tuffato proprio mentre veniva eseguita la pulizia. La Procura di Tivoli, guidata dal procuratore Francesco Menditto, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti. Ma a stretto giro potrebbero comparire i primi nomi nel registro degli indagati.
Il titolare della struttura, in particolare, nelle prossime ore dovrà
fornire elementi utili all'inchiesta spiegando quali fossero le mansioni affidate ai bagnini all'interno delle Terme e in generale agli addetti alla sicurezza nell'accesso alle vasche e dove fossero mentre Stephan moriva.
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