«Le mancette elettorali bruciano solo cassa e non generano benessere, nemmeno temporaneo. Una mensilità in più e la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salari? Tutte proposte che sembrano arrivare da chi vive su Marte. Si punti, invece, con decisione su competenza e competitività, la classe politica deve rivolgersi di più al mondo accademico per capire cosa fare».
Pierangelo Decisi, 53 anni, presidente di Sigit Group, multinazionale con sede a Torino che progetta e produce interni per auto, invita il mondo politico a riavvolgere il nastro per comprendere meglio quello che sta realmente accadendo. «Credo - afferma Decisi, la cui azienda dà lavoro a 2mila persone nel mondo, 700 in Italia - che in questa campagna elettorale si stia tentando di rendere semplice un problema molto complesso. È il miglior modo per peggiorare la situazione».
Non bastavano i timori legati all'impatto della transizione energetica sulla filiera automotive...
«Considero modi e tempi della transizione energetica una scelta stolta da parte dell'Ue. Sono stupito, invece, di come i cittadini italiani appaiono in questo momento scollegati dalla realtà e non abbiano ancora chiara la gravità della situazione. Con i media che insistono ad affibbiare alla guerra in Ucraina la causa scatenante di tutto. Un errore. Oltre al conflitto, sono venute alla ribalta tensioni geopolitiche, scelte fatte in passato e, per noi italiani, una politica energetica che non ha mai avuto un indirizzo».
Per Sigit Group le bollette del gas alle stelle si stanno già facendo sentire?
«Sono quadruplicate e ci sono esperti che parlano già ora di un prezzo intorno a 700 euro a megawattora dagli attuali 261 euro. In settembre, con questi prezzi, sarà quasi impossibile strappare contratti a medio o lungo periodo con i fornitori di gas. Non ci sono previsioni di prezzo».
Le imprese e il problema dell'inflazione.
«C'è un'inflazione di tipo esogeno e gestita come fosse una normale inflazione da benessere. Le filiere non riescono a scaricare sui clienti gli enormi costi relativi a energia, speculazioni varie e materie prime. Da qui l'accumulo di disagi e perdite. A settembre saremo preda di una recessione importata, visto che anche Cina, Usa e Germania stanno collassando».
Uno scenario da film horror.
«Poiché le imprese avranno speso tanto, la cassa sarà azzerata. I tassi d'interesse, inoltre, saranno più alti per la cattiva gestione dell'inflazione. La perdita di competitività dell'Europa, con la parità tra euro e dollaro, farà il resto. E poi parlano di un mese in più di stipendio...».
Cosa fare a questo punto?
«Con la Germania nel caos totale, penso che Italia e Francia, Paese molto simile al nostro, debbano prendere in mano la situazione e guidare la concertazione Ue, puntando soprattutto a riportare in Europa produzioni e tecnologie. Mi lasci anche dire che il Pnrr gestito con il Click day è una presa in giro. Come puoi definire il più importante piano industriale di salvataggio con una modulistica scritta da marziani?».
Sigit Group ha per socio, al 40%, il Sultanato dell'Oman. Il loro punto di vista?
«Stanno pensando a una futura non globalizzazione e, quindi, a come rendersi più autonomi».
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