"Sto aspettando da cinque anni adesso la Corte mi darà ragione"

Silvio Berlusconi, in "ritiro" a Merano per ricaricare le pile in vista dei prossimi impegni, è fiducioso: sarò in campo

"Sto aspettando da cinque anni adesso la Corte mi darà ragione"

nostro inviato a Merano (Bz)

Il grande giorno dell’udienza di Strasburgo è una giornata di vacanza fuori stagione per Silvio Berlusconi. Rilassato e fiducioso, il leader di Forza Italia trascorre questi giorni nella beauty farm nel cuore di Merano. Un hotel esclusivo quanto riservato che già l’ha ospitato quest’estate ed è ormai diventato per il Cavaliere un luogo del cuore, oltre che del fisico. Quattro giorni di remise en forme, di ritiro precampionato. Relax, esercizio e dieta controllata prima dell’inizio delle ostilità elettorali. Lontano dal «teatrino della politica», come a Berlusconi piaceva chiamarlo qualche anno fa, ma con il telefono a portata di mano per avere ragguagli dagli avvocati che si trovano a Strasburgo. La sentenza non arriverà presto, sicuramente non prima delle elezioni di primavera, tuttavia non ci sarà una bocciatura a fare calare il sipario sulla campagna elettorale del Cavaliere. È già un grande risultato.

Il primo a chiamare Berlusconi è stato Niccolò Ghedini appena l’udienza della Corte europea dei diritti dell’uomo si è chiusa e si è capito che il cielo dell’Alsazia si stava rasserenando come quello dell’Alto Adige. Strasburgo vuole approfondire, non chiude la porta alle istanze del pool di legali che rappresenta l’ex premier, e per lui la notizia è un ricostituente più efficace di un trattamento all’esclusivo spazio Henri Chenot. Gli hanno fatto grande piacere anche le parole dell’avvocato Edward Fitzgerald, il quale ha paragonato il Parlamento che ha cacciato Berlusconi a un «anfiteatro romano con gladiatori », nel quale lui era la vittima designata.

Il viatico europeo ha raggiunto Berlusconi in una giornata di sole. Merano si prepara all’Avvento, lungo il Passirio si montano le bancarelle del mercatino prenatalizio, le mamme spingono le carrozzine con i bambini imbacuccati, i pensionati appassionati delle terme nei periodi lontani dalla pazza folla si concedono una passeggiata prima che il sole cali dietro le cime appena spolverate di neve. Domani tutto sarà pronto, mancherà un mese esatto alla vigilia di Natale e anche l’antica capitale del Burgraviato, come tutto l’Alto Adige, entra in un’atmosfera irripetibile. Berlusconi si gode la tranquillità della vacanza fuori stagione senza mettere piede fuori dal Palace, il lussuoso resort meranese affacciato sul Passirio che lo accoglie con grande discrezione, nel quale gli ospiti possono tranquillamente circolare vestiti del solo accappatoio bianco fino all’ora di cena. Che da queste parti scocca puntuale alle 19.

Le sensazioni rimbalzate da Strasburgo sono di un ragionevole ottimismo, che traspare anche da quanto Berlusconi scrive su Twitter: «In queste ore sono sereno e soprattutto fiducioso. Mi aspetto che la Corte di Strasburgo accolga il mio ricorso. Il mio ruolo nella prossima campagna elettorale è comunque chiaro: sarò in campo per portare il centrodestra al governo del Paese». Berlusconi non aggiunge altro, la scaramanzia va di pari passo con la prudenza. La parola spetta agli avvocati, a chi lo patrocina davanti alla Corte di Strasburgo e ha il compito di convincere i giudici europei a prendere in mano il ricorso contro l’utilizzo strumentale che il Parlamento italiano ha fatto della legge Severino. Berlusconi segue da lontano lo show giudiziario. La scelta di trascorrere questi giorni nella quiete di Merano non è soltanto l’occasione per riprendere fiato dopo le prime schermaglie pre elettorali, ma anche per segnare un certo distacco dalle vicende giudiziarie. La decisione di non giocare nelle retrovie è presa, il Cavaliere sarà comunque in campo per sostenere la coalizione, anche se, come ha detto l’altra sera a Matrix, si attende che «dopo cinque anni di attesa, i tempi per la decisione della Corte di Strasburgo siano il più possibile brevi».

Il primo verdetto di ieri, benché non esplicitato, è che questi tempi non gli consentiranno di essere candidato in prima persona. Ma non gli sarà impedito di giocare quel ruolo di «regista» che egli stesso si è assegnato.

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