«Non possiamo permetterci immaginifiche flat tax sull'Irpef che dimentichino Irap e Ires, non possiamo permetterci nuove misure di prepensionamento». Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel suo intervento di ieri all'assemblea degli industriali di Varese ha ribadito quanto affermato all'assemblea pubblica in Vaticano: le promesse elettorali del centrodestra devono essere ricalibrate sull'emergenza economica. «Non vogliamo negare ai partiti il loro legittimo desiderio di perseguire quanto promesso agli elettori, ma oggi energia e finanza pubblica sono fronti di emergenza che non tollerano follie, ma che richiedono di concentrare grandi risorse», ha aggiunto sottolineando che «nella montagna di mille miliardi di quest'anno di spesa pubblica, dirottarne qualche decina su queste emergenze si può e si deve fare».
Le richieste di Confindustria, note da tempo, prescindono dalla nuova maggioranza di governo: le risorse vanno concentrate per tutelare le imprese dal caro-bollette e, se avanza qualcosa, per il taglio del cuneo fiscale. Chiaramente, alla luce del mutato contesto, le parole di Bonomi suonano soprattutto come un richiamo alla Lega di Matteo Salvini che ha flat tax al 15% e Quota 41 per i prepensionamenti come cavalli di battaglia. Anche Forza Italia ha proposto una «tassa piatta» al 23% ma il coordinatore Antonio Tajani negli ultimi giorni si è mostrato molto prudente e ieri ha ribadito che «lo scostamento di bilancio è l'extrema ratio» puntualizzando la necessità di concentrarsi sui rincari dei prezzi dell'energia.
«Non tifiamo per uno o per l'altro, rispettiamo i partiti e le istituzioni e abbiamo a cuore la tutela delle imprese e la crescita del paese», ha precisato ieri Bonomi per evitare una strumentalizzazione delle sue parole (anche se il target era ben delineato) rimarcando che «Confindustria è autonoma, indipendente, apartitica e apolitica». Il prossimo governo, ha specificato, «dovrà confermare la posizione dell'Italia in Europa e della scelta atlantica, una ferma coerenza internazionale non è adesione a interessi superiori ma risponde in maniera assoluta agli interessi del nostro Paese purtroppo iperindebitato».
Anche in questo caso l'invito al centrodestra è a evitare fughe in avanti. E anche qui il richiamo pare sempre a Salvini giacché tanto Meloni quanto Tajani hanno sempre fatto professione di fede atlantista e hanno ripetuto che dovrà essere l'Europa a trovare una soluzione, criticando l'egoismo tedesco. «Non siamo assolutamente in grado - ha affermato Bonomi - di rispondere da soli con le nostre risorse alla sfida della difesa e della sicurezza del nostro Paese: servono misure europee a cominciare dal tetto al prezzo del gas». Il presidente di Confindustria ha evidenziato la necessità di «misure condivise che superino i veti sin qui posti, non solo da Orbán, ma da Germania e Olanda». Sull'energia «serve un'Europa che condivida sforzi e misure esattamente come si è dimostrata capace di fare sul fronte delle sanzioni: non si può essere uniti sulle sanzioni e poi sull'energia ogni Paese fa da solo, lasciando i Paesi più esposti, come l'Italia, che non ha risorse proprie».
A questo proposito le proposte confindustriali comprendono il tetto al prezzo del gas («non solo a quello importato dalla Russia, ma a tutto il gas, chiunque ne sia il fornitore») e la sospensione del mercato dei certificati verdi (Ets) che, essendo collegato ai prezzi energetici, vede il costo della tonnellata di CO2 sui massimi storici. «È assurdo che fondi speculativi possano operare su questo mercato: serve un indice diverso per Ttf olandese», ha concluso Bonomi raccogliendo gli applausi della platea.
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