Il governo definisce la road map per varare il decreto di uscita dallo stato di emergenza. Tra oggi o al massimo domani dovrebbe riunirsi la cabina di regia per definire le misure di allentamento da inserire nel decreto che sancirà la prima fase di superamento del green pass. La seconda fase, quella definitiva, arriverà a metà giugno con lo stop, previsto il 15 giugno, dell'obbligo vaccinale per gli over 50.
Ieri a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Mario Draghi ha convocato il ministro della Salute Roberto Speranza, il coordinatore del Cts Franco Locatelli e il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro. Al centro della riunione, a cui ha preso parte anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, sarebbe stato fatto il punto, in vista della cabina di regia, sul cronoprogramma per uscire dall'emergenza.
Il 31 marzo termine lo stato di emergenza. Non c'è alcuna ipotesi di proroga. La novità principale, nonostante una leggera risalita dei contagi, emersa dal briefing che si è tenuto ieri a Palazzo Chigi, è lo stop all'obbligo vaccinale, dal primo aprile, per accedere al lavoro. L'ipotesi su cui si sta lavorando è quella di verificare la praticabilità pur mantenendo l'obbligo vaccinale fino al 15 giugno di anticipare la possibilità per gli over 50 di andare al lavoro con il Green Pass base (anziché quello rafforzato), ossia facendo il tampone rapido ogni due giorni.
Altra novità, che sarà in vigore dal primo aprile, è l'addio al green pass rafforzato per accedere a bar e ristoranti all'aperto. Sarà mantenuto l'obbligo del pass base per l'ingresso al chiuso. Il 1° aprile dovrebbe essere anche la data di addio al super green pass sui mezzi di trasporto pubblico. Basterà il certificato verde base, ossia un tampone negativo. E per favorire il turismo il green pass base dovrebbe essere sufficiente anche per chi alloggia in hotel. Lo stop definitivo al green pass, anche quello base, balla tra due date: primo maggio o 15 giugno (fine dell'obbligo vaccinale). È in corso una valutazione. E molto dipenderà dai dati delle prossime due settimane. Il presidente Iss Brusaferro non appare preoccupato: «Abbiamo visto i dati di venerdì scorso che mostrano come sostanzialmente la discesa rapida che c'è stata dell'ondata da Omicron si sia fermata. Abbiamo un chiaro trend in controtendenza. Questo è un dato coerente anche con altri Paesi dell'Unione Europea. Possiamo affrontare questa fase di evoluzione dell'epidemia con serenità ma anche con la consapevolezza che i nostri gesti, indossare la mascherina e anche la vaccinazione, cambiano la storia dell'epidemia. Dobbiamo mantenere l'impatto sui servizi sanitari il più basso possibile e questo riguarda l'impegno di ognuno di noi, consapevoli di essere parte di una comunità».
E sul fronte dei dati, il bollettino di ieri fa registrare 85.288 nuovi casi, in aumento rispetto ai 28.900 di lunedì, per un totale di 13.489.319 dall'inizio dell'epidemia. Si registrano 180 decessi, in aumento rispetto agli 129 di lunedì, per un totale di 157.177 sempre dall'inizio dell'epidemia.
Da tener d'occhio la pressione sugli ospedali: le persone ricoverate in terapia intensiva sono 502, 16 in meno rispetto a due giorni fa, mentre i ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 8.473, cinque volte in più rispetto a lunedì. A livello territoriale, le Regioni con il maggior incremento di contagi sono Lazio (10.562), Lombardia (9.540), Campania (9.179)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.