"Lo strapotere dei pm nasce con Mani pulite. Azione politica per defenestrare certi partiti"

La valutazione su AdnKronos di Paolo Berlusconi: ordinamento stravolto

"Lo strapotere dei pm nasce con Mani pulite. Azione politica per defenestrare certi partiti"

«Un'occasione persa». Un passaggio in cui, per rimediare ad alcune «storture», dei partiti, si aprì la strada alle storture della giustizia.

Il 17 febbraio 1992, 30 anni fa, con l'arresto di Mario Chiesa prendeva il via «Mani pulite», inchiesta che rapidamente andò molto oltre il presidente del Trivulzio. Trent'anni dopo, è tempo di bilanci, e non sono positivi. Alla vigilia di un anniversario così carico di significati, questa è la lettura di Paolo Berlusconi, imprenditore, editore del «Giornale» e fratello dell'ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. «Mani Pulite - spiega - è stata un'occasione persa per rilanciare in modo corretto il rapporto tra politica e mondo degli affari. Anziché rimediare alle storture che erano nate per le esigenze del finanziamento dei partiti, storture ovviamente conosciute da tutti, si è voluto fare un'azione politica per defenestrare una sola parte dei partiti che costituivano il panorama politico italiano». «Dunque - ha osservato Berlusconi, parlando con l'agenzia di stampa Adnkronos - da un'esigenza reale, che c'era ma che si doveva esaminare e affrontare con un altro spirito, si è scelto un giustizialismo che non ha fatto bene all'Italia. E oggi, dopo 30 anni, svanite le nebbie che hanno oscurato e obnubilato le menti in quel periodo, si riesce a intravedere meglio la realtà dei fatti».

Occasione persa, perché da Mani pulite non scaturirono opportuni correttivi di sistema, ma una guerra ai partiti. Anzi ad alcuni. «Ricordo il discorso di Bettino Craxi in Parlamento - riflette Berlusconi - e quella era forse la strada da seguire, vale a dire affrontare da un punto di vista politico una realtà che era degenerata. Mi ricorda molto i film ispirati alla vendetta, si uccideva qualcuno e poi scattava la vendetta. E invece ci vuole giustizia». «Poteva essere l'occasione per rimediare a un andamento motivato proprio dalle esigenze della politica, bisognava essere meno ipocriti, capire che la politica aveva le sue esigenze, e quindi affrontarle in modo adeguato. Da un lato, quindi, è stata un'occasione persa, e dall'altro ha dato il via a un'azione politica che ha stravolto l'ordinamento italiano». «Ricordiamoci che sono stati aboliti cinque partiti, casualmente erano quelli di centrodestra, lasciando in vita soltanto un partito», tanto che alle elezioni successive si celebrò un «incontro di pugilato» con «un solo contendente».

Pochi mesi dopo, poi, arrivò l'intuizione di Forza Italia e l'invenzione del centrodestra italiano. «Poi si è inventato la discesa in campo mio fratello che - ricorda - ha capito che c'era bisogno di un altro contendente sul ring, e si è prestato alla politica con il risultato che sappiamo».

Quanto all'ipotesi che lo strapotere dei pm nasca con Mani pulite, Paolo Berlusconi osserva: «Credo sia una realtà ormai sotto gli occhi di tutti, non serviva il libro di Palamara per attestare questa realtà, perché era una realtà veramente sotto gli occhi di tutti. Poi in Italia è difficile cercare di affrontare questo tema. Forse con i referendum attuali, a cui io ho dato la mia firma come uno dei tantissimi, si affronterà il tema», «anche se le recenti vicende del Csm», «non lasciano presagire molto di buono».

Un «lato buono» di Mani pulite, dunque, «sta nella volontà e nell'esigenza di correttezza, di pulizia e di giustizia della gente, come spesso avvenuto con i movimenti di protesta, ad esempio dei 5 Stelle». Una certa «fame di giustizia» insomma.

«La cosa negativa - conclude - è il modo in cui si è utilizzata questa voglia per fare una battaglia politica che si è espressa in modo traumatico sulle sorti del Paese». «I danni che ha fatto - in definitiva - sono certamente superiori ai benefici».

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