Lo stregone vero è Mbappè. Ma la Juventus non crolla

Micidiale uno-due del francese, poi i bianconeri restano in partita fino alla fine in casa del Psg. La differenza con Messi e compagni è clamorosa

Lo stregone vero è Mbappè. Ma la Juventus non crolla

Apocalypse now non si è fatta attendere. Sebben la Juve sia riuscita ad addolcire la trama e ad evitare la figuraccia. Cinque minuti e la partita era già finita. Diciassette e cominciava a prendere l'aspetto di una debacle. Per la Juventus naturalmente. Bastava leggere le formazioni per capire. No, in questo momento non c'è partita quando Mbappè, Messi e Neymar mettono le marce alte. La Signora nemmeno impettita ha mostrato subito le crepe: la fragilità difensiva del duo Bonucci-Bremer, la dimensione nazionale, non internazionale, di alcuni giocatori, la vena poco killeristica di Vlahovic e Milik, schierati in coppia come voleva la logica.

Questo per dire che, se la Juve ha sbarellato subito davanti ad una fantastica giocata fra Neymar (pallonetto) e Mbappè conclusa con un destro missile da eurogol, fanno parte della storia del primo tempo anche due tentativi gestiti da Vlahovic e Milik e mandati all'aria tra qualche errore di mira ed una parata di Donnarumma. Dunque meglio godersi la bellezza del calcio senza pensare che la gente bianconera ha rischiato la parte del punching ball, se i francesi avessero solo affondato i colpi. Invece il Psg si è limitato al calcio spettacolo, offrendoci la combinazione che ha portato Mbappè al raddoppio, dopo una giocata con Verratti e Hakimi. Il divario visto nel primo tempo, tutto sommato giocato senza accanimenti particolari, dimostra anche i limiti invalicabili della Juve: qui non conta l'allenatore, conta la differenza di qualità, il peso della classe. Bonucci e Bremer hanno pensato di rimediare al loro gruviera difensivo giocando un po' pesante sui giocolieri. Il centrocampo juventino è stato morbidoso almeno per un tempo, poi ha capito che provandosi in velocità e sulle fasce ne poteva cavare qualcosa di meglio. Neymar si è cercato un rigorino, ma l'arbitro gli ha detto: non sono un fesso.

Si, insomma, si è visto tutto quanto fa spettacolo, furbate comprese. E buon per Allegri che il primo cambio del secondo tempo, fuori Miretti dentro Mc Kennie e schieramento a quattro in difesa, ha prodotto effetti. C'è voluto l'aiuto di Donnarumma perché una capocciata dell'americano andasse in gol, ma la Juve da quel momento è riuscita comunque ad essere più pericolosa. Invece il Paris ha continuato ad imperversare con speedy Gonzales Mbappè. Finchè la squadra non si è spenta e la Juve ha cercato di acchiappare l'attimo fuggente. A proposito: il primo tiro di Messi al minuto 67, non proprio una benemerenza.

E visto che il Psg si è lentamente addormentato sulla gloria, è toccato a Donnarumma sventare un pareggio che sarebbe stato una condanna al narcisismo più che una beffa del pallone. Invece la Juve avrà ringraziato Perin che gli ha evitato il terzo gol su un affondo di Neymar. Magra consolazione.

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