Un eroe o un incosciente? Forse è stato entrambe le cose Antonio Emanato, il sub di 44 anni morto l'altro ieri nel mare tra Ischia e Procida, in Campania, assieme alla sua giovanissima allieva, la tredicenne Lara Scamardella, appassionata di mare, di canto, di vita, troppo giovane per ogni cosa, soprattutto per morire dentro una grotta a dodici metri di profondità.
Antonio era un buon amico del papà di Lara, proprietario di una tabaccheria e musicista molto attivo nei locali del litorale flegreo. I due sub, l'uomo e la ragazzina, erano partiti domenica in tarda mattinata per un'escursione apparentemente tranquilla: sole, voglia, mare quieto. Antonio era un subacqueo esperto, titolare di un diving center di Baia, frazione di Bacoli, la «Sea World». Lara era discendente di una famiglia di sub dilettanti. L'intenzione era quella di visitare delle grotte nei fondali della cosiddetta secca delle Formiche. I due si sono immersi, hanno raggiunto la grotta ma una volta dentro avrebbero perso l'orientamento a causa della sabbia smossa dalle correnti in un tratto di fondale molto melmoso. Il tempo sarebbe passato in un buio sempre più fitto, senza che i due riuscissero a trovare l'uscita della grotta e a risalire verso la salvezza prima che l'ossigeno si esaurisse. E qui che finisce quella che forse è stata l'incoscienza e incomincia l'eroismo.
Quando Antonio ha capito che le speranze erano poche come l'aria nei polmoni si è tolto le sue bombole e le ha lasciate a Lara sperando che almeno lei si salvasse. Lo dimostrerebbe il fatto che le bombole in più sono state trovate vicino al corpo della ragazzina, recuperato ieri a dodici metri di profondità dopo una ricerca condotta per ore dalla guardia costiera di Ischia, dai sub dei vigili del fuoco e da molti speleosub volontari giunti anche da Bari, e condotta di notte grazie alla luce delle fotocoelettriche. Quello di Antonio, di corpo, senza bombole, addosso era stato ripescato domenica sera. «L'attrezzatura è sotto sequestro per accertamenti», spiega Alessio De Angelis, comandante della guardia costiera di Ischia.
L'allarme lo ha lanciato da un altro gruppo di sub nello stesso tratto di mare. Verso mezzogiorno la guida ha notato che la barca di supporto lasciata ancorata da Emanato era ancora vuota dopo un tempo troppo lungo per la durata delle bombole che i due si erano portati giù. Ha quindi chiamato i soccorsi. Nel frattempo i parenti di Lara e di Antonio si erano riuniti nel porticciolo di Baia da cui Antonio e Lara erano partiti, guardando con ansia crescente poi trasfiguratasi in paura l'orologio.
Tutti ora descrivono Antonio come un sub competente e responsabile. «L'immersione in quella secca - spiega un suo amico - non presenta particolari difficoltà, era perfettamente alla sua portata». Alla sua forse, a quella di Lara probabilmente no. Molti esperti, sui forum online, fanno infatti notare come l'età minima per ottenere il primo brevetto con la didattica Padi sia di 15 anni e come le grotte siano molto insidiose e l'ingesso in esse debba essere riservato solo a subacquei molto . Ciò che certo Lara non poteva essere. E comunque con il senno di poi ora molti ricordano come la grotta della secca delle Formiche sia nota per le sue insidie.
Che il mare sia un amico di cui non fidarsi lo dimostra il fatto che negli ultimi giorni abbia ucciso altre tre persone soltanto in Campania.
Una diciottenne scaraventata contro le rocce dal mare agitato, un giovane trascinato in acqua da un'onda e quindi annegato, un papà che cercava di salvare la figlia su un materassino spinto al largo dalla corrente. E poi Antonio e Lara, morti nel buio del fango.
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