Superbonus in panne. Stop di Poste e banche in attesa della manovra

Il governo può ridurre la detrazione al 90% L'Ance: "Mercato bloccato, serve un segnale"

Superbonus in panne. Stop di Poste e banche in attesa della manovra

L'avvicinarsi della manovra finanziaria finisce per bloccare di nuovo la cessione dei crediti edilizi del Superbonus 110%. È di ieri, infatti, la notizia dello stop all'acquisto di crediti delle Poste Italiane, tra i maggiori acquirenti sul mercato italiano. L'azienda ha comunicato agli utenti con una breve nota sul suo sito di aver «sospeso per l'apertura di nuove pratiche» il «servizio di acquisto di crediti d'imposta» legato al superbonus e agli altri bonus edilizi. Alla base della decisione, come riporta l'Huffington Post, potrebbe esserci che Poste ha quasi raggiunto l'obiettivo di 10 miliardi di euro di acquisizioni. Ma potrebbe esserci anche la volontà di rimanere in attesa di capire come il nuovo governo cambierà il Superbonus. L'idea del centrodestra è di portare la detrazione al 90% e di modificare i criteri d'accesso per quanto riguarda le abitazioni unifamiliari.

La decisione delle Poste, però, non è isolata ed è condivisa da quasi tutte le principali realtà bancarie del Paese. Tra i big, Intesa Sanpaolo si dice disponibile ad accogliere nuove richieste, ma solo man mano che la lista da 20 miliardi di domande pregresse verrà smaltita (al momento sono state già accettate domande per 10 miliardi).

Unicredit, invece, al momento non sta più acquistando nuovi crediti, fermandosi a un totale di crediti edilizi (quindi non solo il Superbonus 110%) di circa 5 miliardi. Anche se, interpellata dal Giornale, la banca ha dichiarato di valutare le soluzioni più idonee per riaprire la possibilità di acquistare dei crediti.

Anche il Banco Bpm al momento non acquisisce più nuove posizioni per il Superbonus e sta finalizzando solo quelle già contrattualizzate. L'istituto dichiara di aver completato il plafond da 4 miliardi di crediti che aveva previsto.

La Cassa depositi e prestiti, invece, avrebbe acquisito nel 2021 circa 400 milioni di creditifiscali e anch'essa al momento sarebbe in attesa di sviluppi normatvi. Intanto la corsa del Superbonus 110% sta continuando a grande velocità. L'ultimo report di Enea, relativo al mese di ottobre, evidenzia come gli investimenti ammessi a usufruire della misura sono saliti a 55 miliardi (dai 51,2 miliardi della fine di settembre). Mentre le detrazioni a carico dello Stato hanno raggiunto i 60,5 miliardi (dai 56,3 miliardi del mese precedente).

Sono numeri che si scontrano con la difficoltà nella cessione dei crediti, nonostante gli interventi del governo Draghi e una circolare di chiarimento dell'Agenzia delle Entrate. La strettoia secondo la presidente di Ance, Federica Brancaccio, sta innescando un «speculazione pazzesca». L'associazione dei costrutturi edili denuncia che, i pochi che ancora acquistano, sfruttano «la disperazione delle imprese» per offrire solo l'85% del credito, mentre prima il Superbonus veniva acquistato in media al 102 per cento.

Brancaccio dice di aver «chiesto da tempo lo sblocco di Cdp e Poste e di tutte le partecipate pubbliche per rimettere in moto il mercato».

La circolare dell'Agenzia delle Entrate che ha «ammorbidito le norme, purtroppo ha sbloccato ben poco», sottolinea la presidente, secondo cui Poste sarebbe ferma da un anno nell'acquisto dalle imprese e ora avrebbe chiuso i rubinetti anche nei confronti dei privati che hanno crediti di minore entità, tra i 100 mila e i 150 mila euro. «Le banche affermano di aver esaurito la capacità fiscale, ma Poste, Cdp e le altre partecipate non hanno questo problema - spiega Brancaccio - la capacità loro la hanno, ma non comprano».

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