Esplosione alla centrale di Suviana, la Procura scava nella giungla di appalti e subappalti. Mentre si cercano ancora gli ultimi due dispersi, i pm incaricati delle indagini si chiedono chi ha eseguito il lavoro di riqualificazione dei due impianti di produzione ricollocati nella struttura Enel Green Power di Bargi. Ovvero se i tecnici altamente qualificati, tre gruppi di lavoro di Siemens, Abb e Voith Italia, dovevano solamente supervisionare il lavoro fatto altrove, cioè assistere alle operazioni di collaudo, o avevano una parte attiva nella messa in opera e avvio del sistema? In ogni caso, a quali imprese era stata affidata la manutenzione e l'aggiornamento della turbina andata in pezzi e dell'alternatore che ha preso fuoco? Indagini serrate per stabilire le cause della tragedia partiranno a breve.
«Accertamenti - spiega il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato - necessari per capire la situazione relativa alle competenze di ciascuno. Non è stato disposto il sequestro dell'intera struttura, ma solo quello di due piani. Per il momento non è stato ancora possibile effettuare i rilievi nei luoghi in cui si è verificata l'esplosione poiché l'area è inaccessibile».
Tecnici altamente specializzati, i pochi in Italia in grado di mettere le mani, e relative competenze, su impianti della portata di Bargi. Tanto che ogni gruppo di lavoro era affiancato da un tecnico «anziano», uno specialista che conosceva bene e aveva lavorato nella centrale idroelettrica costruita 90 anni fa dalle ferrovie dello Stato per alimentare la Direttissima. Come Mario Pisani, 73 anni, uno dei cinque morti finora accertati, pugliese di San Marzano di San Giuseppe. Ex dipendente Enel Green Power, andato in pensione Pisani fonda a Genova la Engineering Automation srl, specializzata nella manutenzione di impianti elettrici industriali. A collaudare il secondo sistema produttivo di Bargi, Pisani ci va con due suoi dipendenti, Pavel Petronel, 45 anni, e Vincenzo Franchina, 36 anni, il più giovane di tutti, anche loro morti con lui nel momento dell'esplosione. È la sua ditta che ha potenziato i due impianti Enel Green Power da rimettere in funzione nella centrale? Com'è possibile, si chiedono gli inquirenti, che il sistema turbina/alternatore non sia stato messo al banco per un test di fine lavoro prima di essere ricollocato a Suviana?
«Nessuna catena di subappalti - smentisce l'ad di Enel Green Power Salvatore Bernabei - Le aziende hanno scelto in autonomia. Enel è il committente e ha incaricato delle aziende di primissima affidabilità. Siemens, Abb e Voith, proprio perché si tratta di attività molto specialistiche. Queste aziende stavano lavorando da noi incaricate ed è loro decisione se avvalersi solo di personale proprio o di chiamare altri specialisti. Siemens si è rivolta a due aziende, Voith a un'altra azienda, Abb a nessuna». Esperti, sottolinea la proprietà della centrale, niente corsa al risparmio. «Nessun problema di sicurezza - conclude Enel Green Power - Era un intervento pianificato dal settembre 2022, un normale aggiornamento tecnologico».
Delle altre ditte coinvolte nel disastro, la tedesca Voith non parla, la Siemens Energy Srl si dichiara vicina alle famiglie dei colleghi che hanno perso la vita e dei feriti. E non aggiunge altro. La Abb, «profondamente colpita per il tragico incidente» conferma che uno dei dispersi, trovato cadavere ieri, Paolo Casiraghi, era un suo dipendente. Con lui recuperata la quinta vittima, Adriano Scandellari, di Enel Green Power.
Casiraghi, della divisione Process Automation Energy Industries di Sesto San Giovanni, era a Bargi per assistere alla messa in servizio di due sistemi di eccitazione forniti da Abb e installati da Enel Green Power alla fine del 2023. «Questa fornitura - scrive la Abb - faceva parte di un ampio progetto di aggiornamento collegato a due unità di generazione esistenti, fornite da altre società. Nessun subappalto».
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