In Svizzera non ci sono più posti nei reparti di terapia intensiva, e nonostante gli sforzi dei medici la situazione è critica. A lanciare l'allarme è Società svizzera di medicina intensiva (Ssmi). «Gli 876 letti certificati e riconosciuti dalla Ssmi, normalmente disponibili in Svizzera per il trattamento degli adulti, sono tutti occupati» ha denunciato l'associazione. Che ha anche spiegato che finora il sovraccarico è stato evitato grazie al rinvio delle operazioni non urgenti. «Per far fronte alle situazioni critiche, abbiamo spesso trasferito i malati in altri cantoni e anche al di fuori della regione linguistica pur sapendo che si tratta di misure difficili per i malati e i loro famigliari» ha riconosciuto la Ssmi.
La Società che raduna i medici specializzati in terapia intensiva sta inoltre invitando i residenti, in particolare le persone a rischio di un'infezione grave, «a rendere note le proprie disposizioni anticipate di trattamento, indicando se desiderano beneficiare di misure che prolungano la vita in caso di malattia grave». «In questo modo - spiegano - i membri della famiglia, ma anche i team dei reparti di terapia intensiva, saranno sostenuti nel processo decisionale, in modo che il trattamento possa avvenire nel miglior modo possibile e secondo i desideri personali del paziente».La Svizzera, che era stata colpita in modo lieve dalla prima ondata della pandemia, ha subìto in questi mesi un contraccolpo più forte: su una popolazione di 8,5 milioni ha registrato 280 mila casi confermati e 3.377 morti. Nelle ultime 24 ore ci sono stati 6.114 contagi e 85 morti.
Per questo ieri il chirurgo generale delle forze armate elvetiche, Andreas Stettbacher, ha annunciato che, grazie all'intervento dell'esercito, i posti in terapia intensiva nella nazione alpina sono stati portati a 1.100
E il governo svizzero ha richiamato in servizio i militi della protezione civile e chiesto al parlamento l'autorizzazione a mobilitare l'esercito. Per potersi avvantaggiare dei militari, i Cantoni dovranno dimostrare di aver esaurito tutti i mezzi di cui dispongono. La decisione di impiegare fino al 31 marzo 2500 militari era stata presa due settimane fa ma deve essere approvata dal Parlamento. I soldati sanitari che dispongono di una formazione militare riconosciuta dalla Croce Rossa, potranno alleggerire il personale infermieristico da alcuni compiti per consentire loro di concentrarsi sui casi gravi. Ad esempio sostituendo il personale delle case di riposo e degli istituti di cura, sempre più spesso contagiato. Potranno anche dare man forte al contact tracing e alle organizzazioni che svolgono i test.
Intanto l'economista specializzato in Sanità, Willy Oggier, di Küssnacht, comune della periferia di Zurigo, ha
affidato alle colonne del tabloid Blick la sua provocazione. «Se si dovesse accertare che le persone in fin di vita sono negazionisti, costoro non devono aver diritto alle terapie». Una boutade destinata a far discutere.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.