La svolta dell'Anm. E ora Md combatte per un'altra poltrona

La guerra tra correnti dietro l'elezione di Parodi. Il no della Albano e i posti nella giunta

La svolta dell'Anm. E ora Md combatte per un'altra poltrona
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La riunione del Comitato direttivo centrale dell'Anm da cui Cesare Parodi è uscito presidente è stata molto movimentata, anche se si prevedeva rapida e tranquilla. Nessuno ha messo in discussione che dovesse essere Magistratura indipendente a indicare il candidato a succedere a Giuseppe Santalucia, avendo vinto le elezioni, ma prima che un nome fosse fatto Stefano Celli di Magistratura democratica, poi scelto come vicesegretario, ha indicato il primo eletto della lista moderata, il giudice del lavoro a Palermo Giuseppe Tango.

«Lo volevano a tutti i costi e non si capiva perchè - raccontano da Mi-, forse essendo giovane, 40 anni, e senza grande esperienza anche associativa, i volponi pensavano di condizionarlo, forse di manovrarlo meglio. Ma noi non potevamo farci imporre da loro il candidato, Tango è bravo, serio, ma in un momento così delicato ci voleva qualcuno con più pelo sullo stomaco, più strutturato. L'avremmo bruciato».

E la corrente a questo punto ha indicato Antonio D'Amato, considerato adatto per la lunga esperienza fino a procuratore di Messina, il percorso professionale al Csm e al ministero della Giustizia. Ma il cartello di sinistra Area insieme a Md hanno risposto con una levata di scudi. «Assolutamente no! Troppo compromesso con i governi di centrodestra!», strillava la presidente di Md, Silvia Albano.

Area, da parte sua, teneva molto ad avere come segretario il primo eletto, il pm di Rieti Rocco Gustavo Maruotti, e per questo insisteva sulla nuova regola delle cariche ai più votati. Mi ha puntato i piedi, dicendo che se Md voleva scegliere il presidente loro avrebbero fatto altrettanto per i rappresentanti in giunta dell'altra corrente. La trattativa a questo punto si è bloccata, D'Amato traballava. «Preparati», ha sussurrato qualcuno nell'orecchio di Parodi, che già doveva essere nella rosa dei candidati, pur senza saperlo. Per non rendere estenuante il braccio di ferro Mi, considerato che tutto il gruppo era favorevole ad un esponente storico come lui, ha offerto appunto la soluzione Parodi. Prendere o lasciare. Area e Unicost ( che ormai segue sempre la sinistra) hanno detto si, la Albano ha incominciato a criticare ma i suoi non l'hanno seguita e alla fine Md si è accodato agli altri. Nel primo pomeriggio finalmente Parodi è stato eletto presidente, con 32 su 36 voti.

Ma anche la lotta per la spartizione dei 10 posti in giunta è stata dura. A Mi ne toccavano 3, non ne ha chiesto un quarto, 3 ad Area e 3 ad Unicost, malgrado risultati più bassi. Md, in fondo alla classifica pretendeva 2 posti invece del solo che le spettava.

Alla fine ha fatto approvare la proposta di convocare l'assemblea generale dell'Anm prima dell'estate per modificare lo Statuto e portare i posti da 10 a 11. «Quelli che dicono di non tenere alle poltrone...», ha commentato qualcuno.

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