La rivoluzione del Movimento 5 Stelle passa inevitabilmente per la svolta di Luigi Di Maio, che rispetto alle campagne elettorali di diversi anni fa ha acquisito un profilo istituzionale nel tentativo di stringere quanti più contatti possibili per cercare di innafiare le radici degli alberi che contano. In altre parole, l'attuale ministro degli Esteri sta cercando non solo di farsi pochi nemici, ma sta anche cucendo una ragnatela di rapporti all'estero per salvaguardare i contatti personali maturati da quando si è addentrato nel palazzo. Proprio pochi giorni fa l'ex leader del M5S ha fatto un passo indietro scusandosi con Simone Uggetti, sindaco di Lodi arrestato e costretto alle dimissioni nel 2016 ma infine assolto. È solo l'ultimo passo di un processo di cambiamento in atto da più di qualche mese.
Pochi nemici
Di Maio sta cercando di accaparrarsi simpatie anche in Forza Italia. Un obiettivo che sembrava impossibile nel 2019, ma che ora invece fornisce qualche primo risultato. Sorrisi e complimenti con Mara Carfagna, ministro del Sud, in occasione della firma di un protocollo per le imprese del Mezzogiorno. Senza dimenticare quelle parole inaspettate di Renato Brunetta, che si era così espresso sull'ex capo politico grillino: "È un leader, non si discute. Un leader vero. In lui ho visto la fatica che fanno i veri leader, la più gravosa".
Sul fronte della Lega, anche se i rapporti con Matteo Salvini non sono proprio ufficialmente corrosi, c'è grande simpatia con Giancarlo Giorgetti. Tanto che il leghista ha subito avviato una cabina di regia condivisa sull'attrazione degli investimenti stranieri. Ma anche con Massimiliano Fedriga, nuovo presidente della Conferenza delle Regioni, i contatti sono frequenti e il lavoro in sinergia ha permesso di condividere alcuni dossier come quello sul confine con la Slovenia. Parlare male di Fratelli d'Italia? Critiche aspre e pubbliche sul partito di Giorgia Meloni non se ne registrano ultimamente. Meritano attenzione le parole di Guido Crosetto sul caso Patrick Zaki: "Ha ragione Luigi. Premiano più il lavoro e la pressione diplomatiche, quotidiane, che non gli hashtag e le prese di posizione di singoli".
I rapporti all'estero
Le mosse di Di Maio all'estero stupiscono e preoccupano Giuseppe Conte, il cui progetto di rifondazione del Movimento 5 Stelle non è ancora decollato. Nel frattempo il ministro degli Esteri ha spazzato via il "trumpismo" dell'ex presidente del Consiglio scegliendo così l'atlantismo filo-Biden.
Non a caso, fa notare Il Giorno, parlano in maniera chiara gli incontri con l'inviato speciale per il clima John Kerry e con il segretario di Stato Antony Blinken. Alla lunga lista di contatti esteri si aggiungono i buoni rapporti con l'Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, il recente scambio cordiale con il presidente francese Emmanuel Macron e la foto del G7 con Boris Johnson.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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