Dal 2011 al 2021, fatta salva la parentesi del governo gialloverde, la sinistra è stata ininterrottamente al governo, mettendo anche la bandierina sui governi tecnici, ben tre, che si sono susseguiti in 11 anni con scarso successo. L'Italia, negli ultimi due lustri, ha avuto sette governi, ciò significa che ogni governo è durato mediamente un anno e mezzo, segnando una profonda instabilità nel Paese. Dieci anni su undici sono stati caratterizzati dai governi di sinistra, pertanto, all'alba di una nuova tornata elettorale, non è sbagliato fare un bilancio di quello che i governi dell'emisfero rosso hanno fatto in Italia.
Crollo del Pil
"Questi undici anni, nei quali il Partito democratico è stato quasi sempre il fulcro dell'azione di governo, pur senza avere i voti, non hanno certo portato a risultati positivi", ha spiegato Silvio Berlusconi in un'intervistaa concessa al quotidiano Libero. Parole che, al netto dei proclami della sinistra, trovano riscontro nei numeri, pur considerando l'anno della pandemia, che però ha rappresentato uno choc economico e sociale a livello mondiale, non locale. Uno degli indicatori più significativi è senz'altro il Pil e qui, il bilancio della sinistra, non può che essere fortemente negativo. Dal 2011 al 2021, l'Italia ha subito addirittura una flessione pari all'1.4%, come fa notare il Tempo. Certo, pesa il tracollo del 2020, quando l'Italia ha fatto segnare addirittura un -8.9%, ma così come la pandemia ha colpito l'Italia, ha colpito anche tutti gli altri Paesi europei. Solo che "gli altri" hanno reagito meglio di noi. La Germania gioca un campionato a parte considerando il suo tessuto economico e, infatti, ha avuto una crescita globale del 12.9% ma la Spagna, che da sempre il Paese sul quale si fa il confronto italiano, ha comunque avuto un aumento del 5.1%.
Debiti e tasse
Brutte notizie arrivano anche dal debito pubblico, che in relazione al 2021 rappresenta il 150% del Pil mentre nel 2011 era al 119%. L'Italia è il Paese in cui negli ultimi 11 anni il debito pubblico è cresciuto maggiormente. Anche in Spagna c'è stato un aumento, ma limitato rispetto al nostro Paese e nell'ordine del 118.4% rispetto al 69,9% del 2011. Anche in questo caso, la Germania non può essere un metro di paragone, visto che la Germania l'ha ridotto fino al 65% rispetto al 79.8% del 2011. Certo, l'inflazione fino al 2021 è cresciuta a un ritmo contenuto fino a quest'anno ma nel frattempo, in Italia, i salari erano in caduta libera, unico Paese in Europa a registrare una flessione in tale senso. E continuando a fare il paragone con la Spagna, qui i salari sono aumentati del 6%. Ciò significa che il tasso di inflazione percepito dagli italiani è stato nettamente superiore rispetto a quello reale. Su questo aspetto pesa anche la pressione fiscale, visto che nel 2011 c'è la pressione fiscale era al 41.3% è dieci anni dopo è salita al 43.5%.
Immigrazione
Appare evidente come la "cura Pd" abbia spinto l'Italia su un letto della terapia intensiva a discapito degli italiani. Per non parlare, poi, del tema dei migranti irregolari, che anche a seguito delle "primavere arabe" sono aumentati esponenzialmente. Ma sarebbe un errore non considerare i fattori interni in tal senso, perché a fronte di un aumento delle partenze, l'Italia non ha adottato, se non durante la presenza di Matteo Salvini al Viminale, alcuna misura di contrasto all'immigrazione. E l'aumento fa impressione, checché ne dicano i buonisti di sinistra che negano l'emergenza migranti e parlano di "normalità" davanti al caos di gestione.
Come riferisce il Tempo, infatti, dal 2010 al 2011 sono sbarcati in Italia 214.975 migranti. Negli 11 anni successivi il numero è quadruplicato, con 819.330 migranti. Numeri che dovrebbero far riflettere sulla bontà della gestione dei confini da parte della sinistra italiana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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