TeleMeloni? È il Pd a occupare i tg della Rai

Ai Dem il record di tempi nei notiziari della tv pubblica. Schlein la più presente tra i leader

TeleMeloni? È il Pd a occupare i tg della Rai
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A febbraio il Pd batte tutti i partiti per tempo di parola nei tg della Rai. Non solo, la leader dem Elly Schlein è sovraesposta nell'informazione della tv pubblica, malgrado gli appelli quasi quotidiani che partono dal Pd sulla Rai monopolizzata dal governo. Il monitoraggio mensile dell'Agcom racconta un altro film. Se si guardano le «Tabelle relative al pluralismo politico/istituzionale in televisione» di febbraio, appena pubblicate, si vede che viale Mazzini non è diventata TeleMeloni, ma semmai TeleSchlein. Sarà che i direttori hanno timore di essere trascinati in Vigilanza ed essere processati con l'accusa di fare tg troppo filogovernativi, così hanno finito per dare più spazio al Pd. Il partito della Schlein ha avuto il 10,7% complessivo nelle varie edizioni di Tg1, Tg2, Tg3 e RaiNews24, più di Fratelli d'Italia (10,2%), più del M5s al terzo posto con il 9,4% e molto più di Lega (6,2%) e Forza Italia (5,3%). In breve: più tempo rispetto a tutti. Il Pd ha il 15% al Tg3, che del resto è feudo dei dem, come tutta la rete. Ma ha anche il 14% al Tg1, considerato «meloniano», dove invece Fdi ha circa un punto percentuale in meno di tempo. Ma la cosa che colpisce è l'esposizione della leader del Pd. Nell'altra tabella, quella su «I primi 20 soggetti politici e istituzionali nei tg», Elly è davanti a tutti nel «tempo di parola», il parametro più importante perchè corrisponde ai minuti un certo soggetto parla direttamente in video (il tempo di notizia invece sono in minuti in cui si parla di un certo soggetto). A febbraio la Schlein ha avuto il 10,8% al Tg1, più del premier Meloni (8%), più del leader M5s Giuseppe Conte (6%), più del presidente della Repubblica Sergio Mattarella (5,1%), più di tutti. Prima in classifica anche al Tg3, seconda al Tg2. Nel complesso la più esposta sui tre maggiori telegiornali della tv pubblica. Il Pd insomma ha poco da lamentarsi, anche se ha organizzato persino un sit-in (di poco successo) per protestare per difendere «la libertà di stampa e il valore di un sevizio pubblico che sia davvero libero e plurale». La vera battaglia del Pd si apre con il rinnovo dei vertici Rai, una partita che durerà nelle prossime settimane fino alla nomina del nuovo Cda, probabilmente dopo le Europee. I dem attualmente hanno nove poltrone di direttori, un condirettore e diversi vicedirettori, oltre ad un consigliere di amministrazione e la presidente Rai amica. Non intendono rimettercene con il cambio.

Nel cda il Pd pensa a Giovanna Melandri, ex Ds ed ex ministro del governo Prodi, ma nella rosa ci sono anche Chiara Valerio e Sandro Ruotolo, braccio destro di Elly Schlein e suo responsabile informazione. Il Pd però vorrebbe acciuffare anche la presidenza Rai, che però è puntata anche dalla Lega. Il problema dei dem, anche in Rai, è Conte, che invece sogna di soffiare il Tg3 al Pd, dopo decenni di proprietà esclusiva.

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