Never spoil a good story with the truth, mai rovinare una bella storia con la verità. L'adagio del columinst del Boston Globe Sam Silverman (che rimastica Mark Twain e Jonathan Swift) è perfetto per raccontare Report dell'altra sera. La Procura di Firenze indaga su Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri mandanti delle stragi del '92-93 e di quella fallita del gennaio 1994, ipotesi già naufragata altre tre volte, ma che importa. Se Sigfrido Ranucci ha deciso di dedicarci più di 100 minuti avrà le sue ragioni, anzi certamente nelle prossime puntate sulla verità dietro la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (nella foto), sulle bombe che insanguinarono Milano, Palermo e Roma e sul fallito attentato all'Olimpico si darà conto anche dell'indagine parallela della Procura di Caltanissetta. Che va in direzione diametralmente opposta. Vero?
Già, perché a distanza di trent'anni e passa siamo ancora orfani di una verità giudiziaria piena: ha agito solo Cosa Nostra o ci sono state manine esterne alla mafia? E soprattutto, chi c'è dietro i depistaggi oggettivi che hanno ostacolato la verità, ingannando alcuni magistrati che si sono bevuti le panzane di pentiti telecomandati come Salvatore Scarantino? Per Firenze la mafia voleva ribaltare il quadro politico per ottenere partiti vicini alle istanze di Cosa nostra, ci sono pentiti che parlano di soldi mafiosi a Fininvest. Telecomandati anche loro? Forza Italia e il centrodestra di governo - parola dell'ex procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso ed ex senatore Pd, non certo un pasdaran berlusconiano - ha combattuto la mafia più di ogni altro.
Caltanissetta è convinta che le manovre di disturbo siano interne alla Procura di Palermo «covo di vipere» (Borsellino dixit). Prova ne è l'indagine su due pezzi grossi di quegli uffici negli anni Novanta come l'ex procuratore capo Giuseppe Pignatone e Gioacchino Natoli, accusati di aver avvantaggiato alcuni imprenditori in odore di mafia occultando il dossier Mafia-Appalti su cui Borsellino stava lavorando il giorno prima di morire, archiviato frettolosamente nel Ferragosto del 1992 con la complicità dell'oggi senatore M5s Roberto Scarpinato. A curare il dossier erano stati i Ros di Mario Mori, che però Firenze persegue come colui che sapeva degli attentati ma non impedì le bombe.
Punti di contatto tra le due indagini? Nessuno. Difficile che Berlusconi nel 1992 potesse dare ordini sia a Pignatone sia al generale dei carabinieri Francesco Delfino e al boss Giuseppe Graviano.
Dov'è la foto con loro tre a metà del 1992 che dice di avere il manutengolo dei Graviano Salvatore Baiardo, la cui verità non vale i 30mila euro spesi da La7? La Rai l'ha pagato? Davvero Berlusconi ha ammazzato Falcone e Borsellino, ne ha incassato il dividendo politico con le elezioni del 1994 tramite il solito Dell'Utri ma senza aiutare i boss che l'avrebbero fatto votare? Il Mori che indaga sulla borghesia mafiosa siciliana che tresca sulle aziende del Nord tipoMontedison come si concilia con il Mori depistatore che avrebbe tratta coi boss per conto del Cavaliere? Vabbè, ce lo spiegherà Report. O no?
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