Thomas e i 50 proiettili pronti. "Escluso dalla squadra di tiro"

Crooks ha acquistato le pallottole in un'armeria locale poco prima del comizio. Il tentativo fallito di entrare nel team del liceo: "Non era portato"

Thomas e i 50 proiettili pronti. "Escluso dalla squadra di tiro"
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Non è facile sapere cosa possa passare per la mente di un giovane che decide di prendere un fucile d'assalto e sparare all'ex presidente degli Stati Uniti cercando di ucciderlo e finendo con l'essere ucciso. Pianificando tutto, organizzando l'attacco e cercando di portarlo a termine. E di certo è complicato fare un'analisi postuma. Ma nella vita, anonima e normale prima di diventare «quello che ha sparato a Trump», di Thomas Matthew Crooks ci sono diversi elementi particolari, così come nell'organizzazione dell'attentato.

Di certo c'è che il ventenne ha utilizzato un fucile Ar-15, regolarmente detenuto e denunciato dal padre che a suo nome aveva ben venti armi, tutte acquistate e registrate legalmente, e aveva portato con sé ben 50 proiettili, prova che l'attacco avrebbe potuto avere conseguenze ancora più tragiche. Al momento dell'attacco indossava una t-shirt di «Demolition Ranch», un popolare canale YouTube noto per la pubblicazione di video di un uomo che spara con pistole e fucili d'assalto. Questo acclara senza dubbi la passione per le armi del ragazzo e di tutta la sua famiglia. Fatto piuttosto comune negli Stati Uniti ma con un particolarità che riguarda proprio il giovane attentatore. Crooks infatti apparteneva a un club di tiro locale, il Clairton Sportsmen's Club. «Posso confermare che Crooks era un membro del Club. Oltre a questo non siamo in grado di fare ulteriori commenti in relazione a questa vicenda, alla luce delle indagini in corso da parte delle forze dell'ordine», ha spiegato il legale del circolo di tiro. Ma non c'è solo questo. Da quanto raccontato da alcuni compagni di scuola del ragazzo, Thomas aveva cercato di essere ammesso nella squadra di tiratori della scuola ma era stato escluso. Anzi, il capitano della squadra, Frederick Mach, confessa che era considerato non portato per questa disciplina, tanto che il coach gli avrebbe chiesto di non presentarsi più. E se nella testa di un giovane fragile fosse stata questo l'episodio a far scattare la molla della follia o almeno a contribuire? Un gesto eclatante, in mondovisione, quasi a voler dire a tutti «guardate, avevate torto». Non si può sapere, ma si può ipotizzare.

Perché Crooks, diplomato nel 2022 alla Bethel Park High School, era sì un ragazzo come tanti ma come tanti aveva anche qualche problema relazionale, al di là dei soliti «era un bravo ragazzo», «non ce lo aspettavamo», «salutava sempre» di circostanza. A quanto si è appreso, era bravo nello studio, un po' secchione, tanto da ricevere un premio di 500 dollari dalla «National Math and Science Initiative» per la matematica per cui era molto portato. Ma non era un tipo cool. Alcuni compagni lo descrivono come solitario, uno di quelli che non aveva molti amici, che vestiva in maniera bizzarra, a volte anche con abiti da cacciatore. Uno di quelli che spesso mangiava da solo e più volte sarebbe stato anche vittima di episodi di bullismo. Episodi che magari subiscono in molti a scuola, ma non tutti incassano nella stessa maniera. Per quanto riguarda le sue inclinazioni politiche, non sembra fosse un grande appassionato. Stando ai registri elettorali della Pennsylvania, Thomas era inserito nel registro degli elettori repubblicani ma aveva anche fatto una donazione, di 15 dollari, a un Pac progressista il 20 gennaio 2021 quando Biden prestò giuramento da presidente. Smentito invece il video circolato sui social in cui un ragazzo, che somiglia a Crooks, dice di odiare i repubblicani e Trump. Una delle tante speculazioni del web di questi giorni.

L'Fbi che sta conducendo le indagini sull'accaduto e sul possibile movente del ragazzo, sta passando al setaccio la sua vita, reale e virtuale. Al momento i federali sono convinti che abbia agito da solo e che non fosse in contatto con gruppi terroristici o movimenti estremisti. Ma nella sua auto è stato rinvenuto materiale adatto a costruire ordigni esplosivi, anche se non è chiaro quale fosse il suo scopo a riguardo. La famiglia sta collaborando con le indagini e il padre ha confessato di non sapere «cosa diavolo stesse succedendo» e che non avrebbe parlato col figlio prima dell'attentato.

Un gesto, che ha ucciso un padre di famiglia. Un attacco in cui il destino ha voluto che Trump ne uscisse quasi illeso. E che ha trasformato un ragazzo come tanti in una vittima di se stesso e di una follia ancora tutta da decifrare.

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