"Tracce comprate, pressioni dei sindacati". Quelle ombre sul concorsone

La scuola riparte con gli esami, ma è caos al Miur. Si allarga il caso-concorsone. I candidati: "Qualcosa di allucinante"

"Tracce comprate, pressioni dei sindacati". Quelle ombre sul concorsone

“Noi credevamo che sarebbe uscito un secondo file di ammessi. Per un giorno intero non eravamo convinti che avessero potuto davvero prendere solo 200 persone”. La voce di Mirko, lo chiameremo così ma il nome è di fantasia, è decisa. Forse infuriata, anche se sempre composta. È uno tra gli oltre 800 candidati bocciati alle due prove scritte in Lombardia nel concorso per Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi. Il grande caos del concorsone, di cui ha parlato ieri ilGiornale.it, continua a tenere banco e a smuovere le acque intorno al ministero guidato da Lucia Azzolina.

Piccolo riassunto. Due anni fa il Miur pubblica un bando per assumere 2.004 direttori, più altri 601 posti riservati al personale interno con tutte le carte in regola. Gli oltre 100mila candidati sostengono una preselezione, poi 6mila di loro vengono ammessi agli scritti. La prova si svolge su base regionale. Il Covid rallenta un po’ le correzioni, poi a giugno i risultati: in quasi tutte le Regioni la percentuale di ammessi varia tra il 34% (Friuli) e l’86% (Campania), e quasi ovunque ci sono più candidati all’ultima prova che posti disponibili. Fa eccezione la Lombardia, dove passano lo scritto solo in 207, cioè il 15%. Talmente pochi che alla fine oltre metà dei posti resterà non assegnato.

Elenco ammessi prova Dsga
Tabella realizzata da Anquap

Come ovvio che sia, scoppia una bagarre infinita, tra rivendicazioni e accuse incrociate (leggi qui i dettagli) con i cosiddetti facenti funzione, persone che già svolgono quel ruolo. "Questa è l’Italia - dicevano dal Comitato Difendiamo il Concorso DSGA - un Paese che non è e non sarà mai in grado di staccarsi dai sotterfugi, dalle pretese illegittime di chi sa alzare di più la voce e da qualsivoglia forma di pressione politica e sindacale”. Un grande caos, appunto. Quel che è certo è ora che gli esclusi stanno “cercando elementi a livello di incompatibilità dei commissari o rapporti tra candidati e commissari che ci permettano di fare un ricorso collettivo” contro l’esito del concorso. “È qualcosa di allucinante”, dice Mirko. “Sono dati surreali. Noi ci eravamo addirittura sorpresi che le sei domande a risposta aperta fossero troppo facili. Possibile che ragazzi laureati, con il codice davanti, non siano riuscite ad ottenere nemmeno 21?”.

Nelle chat interne tra candidati la temperatura è alle stelle. “Gli avvocati ci hanno detto di cercare quanto più materiale possibile. Stiamo inondando l’ufficio scolastico regionale con richieste di accesso agli atti”. Ci sono poi ipotesi, proteste, illazioni. “C’è una mail di origine sindacale - rivela Mirko - la quale anticipa le tracce che sarebbero dovute uscire e ne prende cinque su sei. Stiamo cercando di approfondire perché ci chiediamo se sia solo intuito o qualcosa di più”. Senza contare, poi, “una questione ancora più preoccupante”. “Ci sarebbe una ragazza - continua Mirko - che si sarebbe auto-denunciata dicendo che in 3-4 Regioni del Nord c’è stata una compravendita di compiti. Lei li avrebbe acquistati ma non avrebbe passato il concorso. E sarebbe a conoscenza di altre persone che invece avrebbero pagato per avere le tracce e avrebbero poi superato il concorso in alcune Regioni”. I candidati hanno conservato audio e chat, la faccenda è delicata. "Ovviamente ora non sappiamo bene se effettivamente c’è qualcosa di vero sotto, ma stiamo verificando per cercare di capire di più e valutare se ci sono i presupposti per fare un esposto alla Procura della Repubblica".

Lucia Azzolina

Gli esclusi puntano diritti però anche al ministro Azzolina. “Se fossimo in un Paese democratico, dovrebbe aprire un’inchiesta su quanto successo, capire in che modo la commissione ha giudicato i compiti ed eventualmente valutare di nominarne una nuova per far ricorreggere gli elaborati dei ragazzi non ammessi”. Già, perché i dubbi si accavallano. “Qualche settimana fa - racconta Mirko - prima che uscissero gli esiti, a seguito di un’interrogazione parlamentare fatta da un onorevole su nostro sollecito, la Azzolina aveva detto che da settembre sarebbero stati assunti tutti i nuovi Dsga. Noi infatti temevamo che, non avendo le date per gli orali, saltasse un anno”. A posteriori i candidati si chiedono: non è che la spinta in avanti si è trasformata in un boomerang? “Visto che erano indietro, pur di finire in tempo e fare gli orali in poco tempo, secondo me e secondo tutti, hanno cestinato la maggior parte dei compiti mettendo l’insufficienza in modo da non perdere tempo a correggere la seconda”. A guardare le tabelle molti si chiedono: la mannaia è solo questione di merito - e la cosa sarebbe ovviamente lodevole - oppure dietro c’è qualcos’altro? “In Lombardia si permettono di fare gli orali in soli 10 giorni, mi sembra evidente che il fine fosse quello di togliersi un po' di lavoro per l’estate. Ma ci sono ragazzi, padri, madri, disoccupati che per due anni si sono messi dietro questo concorso. Se ci avessero detto che per finire a settembre avrebbero dovuto bocciare in massa, avremmo evitato di chiederlo”.

Ma le domande alla Azzolina non finiscono qui. Ad esempio: che senso ha bandire un concorso per non riuscire ad assegnare tutti i posti disponibili? E poi: come verranno coperti i ruoli in eccesso che, a fine concorso, resteranno vacanti? Un'opzione è che continuino a “svolgere l’incarico i facenti funzione non laureati, ma molti di loro sono stati bocciati addirittura alla pre-selettiva”. “Quindi - dice Mirko - finisce che dai l’incarico a questi che non hanno superato nemmeno la pre-selettiva, mentre hai bocciato 900 persone che almeno l’avevano passata”.

Intanto si sta muovendo anche la macchina parlamentare. Due ministri sembra abbiano promesso di presentare presto una interrogazione al ministro. E un altro onorevole è stato informato sulla questione. La faccenda si fa intricata.

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