La traiettoria dell'S-300 e le liti Kiev-Mosca-Nato

Fabbricato in Russia, partito dall'Ucraina, atterrato in Polonia. Le tre versioni. Ecco cosa sappiamo dell'incidente

La traiettoria dell'S-300 e le liti Kiev-Mosca-Nato

Sul missile caduto a Przewodów, a 6-7 chilometri dal confine tra Polonia e Ucraina uccidendo due civili, la «nebbia» della guerra è calata rapidissima. Avendo varcato il confine e lo spazio aereo della Polonia il vettore, al momento identificato come un S-300, ha smesso di essere, uno tra i tanti mortiferi bolidi che attraversano i cieli dell'Ucraina. Ha attraversato il confine della Nato. Qualsiasi attacco preordinato e volontario oltre questo limite avrebbe conseguenze difficilmente immaginabili. Conseguenze che nessuno vuole. Ecco perché, per una volta, tutte le parti in causa hanno contribuito a smorzare immediatamente i toni. Nessuno vuole che Przewodów diventi, nel 2023, la Sarajevo del 1914. Vediamo però di cercare rispondere ad alcune delle domande che si stanno ponendo tutti. Partendo dal fatto che niente, in questo momento, favorisce un esame oggettivo degli eventi.

1. Cosa sappiamo con certezza sul missile esploso?

Un vettore ha colpito un impianto per la produzione di cereali, uccidendo due persone. Dal cratere sembra evidente che a precipitare sia stata una testata attiva, non frammenti di un missile esploso in volo, perché colpito dalla contraerea. Da una prima analisi dei frammenti sembrerebbe che ad esplodere sia stato un missile S-300. L'arma è in dotazione sia agli ucraini sia ai russi. Si tratta di un'arma antiaerea a lungo raggio. Trasporta un alto quantitativo di esplosivo, in alcune versioni circa 150 chili, in una testata a frammentazione che garantisce in quota la possibilità di abbattere un aereo anche con un'esplosione di prossimità. I russi nel sud dell'Ucraina, data la forte penuria di munizioni, hanno modificato gli S-300 in modo da poterli utilizzare come armi terra-terra. Ma la portata, alcuni modelli possono colpire sino a 195 km, non sembrerebbe spiegare come un vettore russo sia arrivato sin lì. Gli ucraini hanno sistematicamente utilizzato il missile, invece, nella sua funzione primaria per fermare l'attacco russo a colpi di missili da crociera e vanificare la superiorità aerea di Mosca. Per alcuni analisti l'indiziato più probabile è un missile del tipo 5v55 comunemente usato da Kiev. Del resto sotto il bersagliamento russo questo non sarebbe nemmeno il primo incidente che coinvolge terze parti: il 31 ottobre i frammenti di un missile russo colpito dalla difesa ucraina sono precipitati in Moldavia.

2. Come ha reagito la Nato?

La scelta dell'alleanza atlantica è stata quella di stemperare immediatamente i toni, posizione recepita con grandissimo sollievo da Mosca. Si è subito esclusa l'ipotesi dell'attacco diretto contro un Paese membro. Attacco che avrebbe innescato velocemente un'escalation. La versione sostenuta dagli analisti Usa, che hanno esaminato i tracciamenti satellitari, è stata diffusa nel pomeriggio di ieri: il lancio di una batteria antimissile ucraina avrebbe intercettato un missile russo diretto contro Leopoli o Javoriv. L'impatto avrebbe provocato la deviazione dell'insieme dei due missili, che sarebbero precipitati oltre il confine polacco. Una versione che pone l'accento sulla necessità degli ucraini di difendersi ma disinnesca qualsiasi responsabilità russa diretta.

3. Come ha reagito Mosca?

Come da copione Mosca ha attribuito ogni responsabilità a Kiev e attraverso il ministero degli Esteri si è definita «oltraggiata» da alcuni dei Paesi occidentali, a partire dalla Polonia. Ma in generale i toni si sono mantenuti moderati per gli standard del Cremlino. Le vere accuse sono state rivolte solo a Kiev, sostanzialmente anche i vertici russi devono avere avuto la chiara sensazione di essere a un passo da un enorme disastro.

4. Come ha reagito Kiev?

Per l'Ucraina ieri è stata una giornata difficile. In una escalation sarebbero in prima linea. Accettare di essere fatti passare per «colpevoli», seppure involontari, da Mosca sarebbe stato diplomaticamente un colpo duro.

Nel pomeriggio Kiev ha informato gli Usa di aver tentato di intercettare ieri un missile russo «vicino e nello stesso lasso di tempo» della caduta di missili in Polonia ieri. Lo ha riferito un alto funzionario americano alla Cnn. Una versione che ben sposa quella dei due missili degli analisti Usa.

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