L'ultimo baluardo prima di dichiarare fallimento si chiama "transizione ecologica". Dietro queste due parole si nasconde l'estremo tentativo (goffo e disperato) di tenere in piedi un Movimento che da tempo non esiste più. Per convincere la base di Rousseau a votare "sì" al governo Draghi, L'Elevato (così si fa chiamare Beppe Grillo dai suoi) ha sfoderato dall'armadio un ministero che in Francia esiste almeno dagli anni '70. I grillini provano a far presa sulla base ecologista e ambientalista (quella a cui fa schifo la Tav per intenderci) per non uscire dal tavolo del governo Draghi. Ma fate attenzione a questa mossa dei 5 Stelle: potrebbe nascondere amare sorprese e soprattutto potrebbe far tornare un vecchio vizio grillino, predicare bene e razzolare male. Il tutto condito con qualche odiosa tassa in nome dell'ecologismo. Già perché dobbiamo partire da uno dei provvedimenti più discussi voluto dai 5s per capire cosa rischiamo. Avete per caso dimenticato l'ecotassa sulle auto? Noi no.
Ecotassa a 5 Stelle
Circa due anni fa proprio in preda ad una crisi ecologista i 5 Stelle misero a ferro e fuoco il governo gialloverde per piazzare un nuovo colpo sulle tasche degli italiani con l'auto nuova: un nuovo balzello da pagare al momento dell'acquisto in base alle emissioni. Vi ricordiamo qui rapidamente le tariffe che ad esempio dovranno essere sborsate nel corso del 2021 in base alle emissioni: da 191 a 210 g/km saranno soggette a una tassa, per l’anno 2021, pari a 1.100 euro; da 211 a 240 g/km la tassazione sale a 1.600 euro; da 241 a 290 g/km, invece, è stato previsto un versamento di 2.000 euro; oltre 291 g/km occorrerà pagare 2.500 euro. E solo grazie ad un cambio di parametro di valutazioni delle emissioni (si passa dal Nedc al Wltp, come ricorda Open) sono a riparo da esborsi tutte le auto con emissioni che vanno da 161 a 190 g/km. Ma non finisce qui.
Botta plastic tax
Nella transizione ecologica dei 5S ovviamente ci entra anche la plastic tax fortemente difesa da Lugi Di Maio: "Per la prima volta c’è un governo che ci mette la faccia. Che ai cittadini ha promesso un Green New Deal, un grande piano per l’ambiente: vero, concreto, davvero per il futuro dei nostri figli e delle nostre imprese, per renderle più competitive sui mercati internazionali. La plastic tax, come la chiamano, serve a questo. Serve a dare una scossa, serve a invertire la rotta. Non promuovi l’ambiente parlando, lo promuovi facendo delle scelte". Una tassa che ovviamente ha avuto e potrebbe avere ancora forti conseguenze sul settore produttivo. Ma evidentemente le imprese per i 5S possono attendere. Infine sul principio della transizione ecologica va ricordato anche il fattore coerenza che non alberga certo dalle parti dei 5s.
Coerenza a metà
È giusto infatti ricordare che il nuovo corso green è chiesto a gran voce anche da un ex ministro come Danilo Toninelli che subito dopo aver varato l'ecotassa aveva candidamente raccontato ai microfoni di tg2 Motori l'acquisto recente di un'auto a diesel (decisamente poco green). Anche il Pd al tempo lo aveva inchiodato: "Toninelli non si batte: dice di volere incentivare le automobili elettriche e dichiara di avere appena acquistato una macchina diesel. È sempre il numero uno assoluto #genio".
Ora ovviamente è tutto passato nel nome dell'alleanza giallorossa che è andata al governo per più di un anno e mezzo. Insomma l'ecologismo e l'attenzione all'ambiente ben vengano purché non siano una foglia di fico per ottenere un "sì" su Rousseau e magari per riempire le casse vuote a colpi di tasse...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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