Di trasparenza nella dichiarazione dei redditi dei politici ce n'è davvero poca. Nonostante il decreto legge ad hoc, onorevoli e senatori nostrani sono piuttosto reticenti nel mettersi a posto con le dichiarazioni patrimoniali. A "scovare" i furbetti è stato il sito di analisi Open Polis, che ha realizzato una ricerca su parlamentari e membri del governo. Quello che ne esce è un quadro imbarazzante. Il 72,3% dei politici, infatti, ha reso pubbliche informazioni patrimoniali incomplete. Hanno pubblicato tutto solo il 6,3% dei rappresentanti politici, mentre il 21,4% non si è impegnato fino in fondo, caricando in rete solo una piccola parte delle informazioni richieste. Infine, solo il 28% ha completato la dichiarazione in tutte le sue voci.
Trasperanza? Tutt'altro. Ma quello che stupisce più di tutto è che tra gli irregolari ci sono i maestrini della "buona politica". A guidare questa nutrita banda di "furbetti" c'è niente di meno che la presidente della Camera Laura Boldrini. Le sue informazioni, come quelle di Pietro Grasso e Marianna Madia (che tra le altre cose è ministro della Pa), sono "scarse" e "parziali". Predicano bene e poi...
Tra le due ali del Parlamento la peggiore è la Camera, con il 76% di livello di opacità, contro il 73,3 del Senato. L’opacità dei membri del governo, invece, si riduce al 23,2%. A livello di partiti quasi tutti non sono in regola. Il Pd è al 72,5%, il Movimento 5 Stelle va meglio ma non benissimo, con un 55,1% di poca trasparenza. Lo stesso vale per Forza Italia (92,8%) e Lega (89,2%).
Il tutto senza contare che l'allora ministro per la Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi, presentando nel febbraio del 2013 il decreto
trasparenza, disse che “a chi non pubblicherà la propria situazione patrimoniale complessiva sarà corrisposta una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 10 mila euro". La minaccia non deve aver spaventato molto i politici.
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