L'ex alpino Travaglio contro gli alpini: "Credo a chi denuncia le molestie"

Il direttore del Fatto Quotidiano, che sostiene con orgoglio di essere stato una penna nera, risponde in tono accusatorio a un lettore del suo giornale. Il suo rapporto con gli alpini è a dir poco conflittuale

L'ex alpino Travaglio contro gli alpini: "Credo a chi denuncia le molestie"

Marco Travaglio è stato alpino, a suo dire. Ma deve essere stato uno di quegli alpini a cui gli alpini piacciono poco. L'ultimo "outing" l'ha fatto sullo spazio del suo giornale dedicato alle lettere dei lettori, una delle quali, vergata dal signor Antonio Bargan, si rammarica delle accuse di molestie rivolte alle penne nere.

Nella lettera si legge: "Nei primi anni Settanta ero un giovane Auc (allievo ufficiale di complemento) presso la Scuola Militare Alpina di Aosta. La mitica Smalp, per molti giovani italiani. Tra le tantissime cose che mi sono state insegnate (che già comunque molti di noi conoscevano) c’erano proprio le lezioni sui nostri sottoposti, sul rispetto e sul Comando che su di essi dovevamo avere. Ho conosciuto migliaia di miei sottoposti e, personalmente, mi riesce difficile credere ciò che viene raccontato da tante ragazze su quanto è accaduto a Rimini".

L'ex Alpino si dice infastidito dalle accuse che ritiene "trancianti e umilianti", ricordando giustamente la onorevole tradizione del corpo e gli enormi sacrifici fatti in Russia, in Grecia e in Albania durante il primo Novecento o ancora oggi ogni qualvolta ci sia bisogno di mobilitarsi per aiutare il Paese a rialzarsi dopo una calamità. Poi, le rassicurazioni: "Ho partecipato a decine di nostre adunate e mai (mai!) sono venuto a conoscenza di fatti simili a quelli che avrebbero avuto luogo all’adunata di Rimini, anche perché chi si fosse mai macchiato di tali condotte sarebbe stato subito espulso dall’Ana". E, infine, gli interrogativi che molti si sono posti: "Possibile che con centinaia di raduni annuali (di sezione e/o di gruppo) non ci sia mai stato alcunché da dire sui toni scherzosi e amicali che li hanno contraddistinti?"

A proposito di giudizi trancianti, però, Travaglio al suo ex commilitone risponde solo: "Caro Antonio, anch’io sono un ex alpino ma credo che molte di quelle denunce siano purtroppo fondate". Come a dire che, conoscendo gli Alpini, non metterebbe la mano sul fuoco sulla iperbolizzazione di alcuni di questi episodi, e non ritenga (o non abbia tempo e voglia) di rispondere a tono alle altre osservazioni di chi quel mondo lo conosce tanto quanto, se non meglio di lui.

Ma non è la prima volta che il direttore del Fatto Quotidiano sfoggia la sua penna nera per muovere qualche affondo contro gli Alpini. Nella fattispecie, contro una delle più celebri d'Italia: il generale Francesco Figliuolo. Ad aprile 2021, Travaglio, "da ex alpino" come ama rimarcare, criticava Figliuolo per i deficit in aritmetica quando prometteva 8 milioni di sieri somministrati al mese per raggiungere la fatidica soglia del mezzo milione al giorno. La divisione, in effetti, era meno generosa ma Figiuolo l'obiettivo lo raggiunse davvero. Per non parlare di qualche giorno prima, ad inizio aprile, quando una vignetta in prima pagina sul Fatto in sostanza dava del beone a Figliuolo. Il disegno, scimmiottando il capolavoro di Ridley Scott, Blade Runner (La didascalia era “Blade Runner alpino”), ritraeva di profilo il Commissario che, con sguardo all'orizzonte, declamava: "Vedo milioni di vaccini balenare alle porte di Milano e virus in fiamme ai bastioni di Roma…". A corredo, una voce fuori campo rispondeva sgraziatamente: "Un altro grappino"?

All'epoca si dedusse che il livore di Travaglio nei confronti di Figliuolo fosse dovuto solo al fatto che si fosse macchiato del reato di lesa maestà, quello cioè di aver sostituito

Domenico Arcuri e rappresentato il cambio di rotta rispetto alla tragica era Conte.
Ora però, vista la nuova puntata della querelle, c'è da pensare che, da ex alpino, abbia qualche conto in sospeso con gli alpini.

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