Nessuna prova nel merito a condire una "notizia" che vorrebbe orientare la corsa al Colle. Il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio, nella mattinata di oggi, ha dato grande spazio a un non precisato ex parlamentare del MoVimento 5 Stelle che avrebbe detto quanto segue: "Per votare B. (ossia Berlusconi, ndr) mi offrono posti e soldi". La fonte è anomina ma la prima pagina non disdegna un grande spazio riservato alla "faccenda". Siamo nel campo di un "metodo" - come direbbe certa sinistra giustizialista - che conosciamo bene.
Se non altro perché abbiamo osservato numerose volte costrutti di questa tipologia. Partiamo dal dato più evidente: l'ex grillino parlante non ha un nome ed un cognome. Il che comporta che il protagonista del "retroscena" del giornale diretto da Marco Travaglio possa essere rintracciato in un copioso numero di esponenti. Nonostante la ventilata e grandiosa "tenuta" del nuovo leader Giuseppe Conte, infatti, i parlamentari eletti tra le fila del MoVimento 5 Stelle che hanno preferito salutare la compagine con cui hanno esordito in Parlamento risultano essere una sessantina e più. A dire il vero, i pentastellati proseguono con le scissioni, tra l'Alternativa c'è, dibattistiani e così via, in un'opera di parcellizzazione che ricorda la scomposizione molecolare.
Forse, a certa, stampa converrebbe chiedersi il perché di tutto questo via-vai tra le fila del contismo. Ma l'ex premier giallorosso e gialloverde va difeso a prescindere: per Travaglio, l'ex avvocato degli italiani, è un fenomeno. Un po' com'era accaduto per Antonio Ingroia, Luigi De Magistris e Antonio Di Pietro: tutti leader promossi dal Fatto Quotidiano che si sono poi sgonfiati alla luce del sole. Ma il focus questa volta è altrove. Dunque diviene utile persino un presunto parlamentare che risulta aver ripudiato il contismo. Se non altro perché il nervo scoperto riguarda la partita per il Quirinale.
C'è una novità sostanziale: il centrodestra, per la prima volta nella storia recente, può essere maggioritario. La quinta chiama, soprattutto, potrebbe rivelarsi decisiva. E allora partono quelli che, nella storia del nostro Paese, sono stati spesso definiti "veleni": un grande classico delle fasi che anticipano la scelta del nuovo presidente della Repubblica. Nel caso di specie, però, più che di veleno risulta più semplice parlare di favoletta. A ridurre la portata del racconto, del resto, ci pensa il continuo uso di condizionali. E giù, allora, con "come sarebbe successo" e con espressioni simili che non forniscono elementi giornalistici degni di rilievo. Niente prove, come premesso, oltre all'assenza di un testimone che ci metta la faccia e il cognome. Tutto l'articolo è adombrato da un'oscurità che fa sorgere al lettore più di un dubbio. Ma passiamo oltre.
L'anno che ci stiamo lasciando alle spalle è quello della caduta del Conte bis. Il rovinoso addio a Palazzo Chigi del leader cui Il Fatto Quotidiano aveva creduto è soltanto uno degli elementi che hanno accompagnato il 2021. Se la politica non ha scatenato sorrisi, le "profezie" espresse da Marco Travaglio, anche quelle su argomenti molto più leggeri, sono balzate alle cronache per essere state smentite: si va dalle critiche alla spedizione italiana in Giappone (quella che poi ha vinto medaglie storiche) al noto "l'Italia ha battuto squadre da oratorio" che il direttore torinese ha pronunciato qualche settimana prima che la nazionale di Roberto Mancini vincesse l'europeo.
A Travaglio, insomma, il 2021 potrebbe essere parso un annus horribilis. La speranza, magari, è che nel 2022 le cose vadano meglio.
Iniziare con l'elezione di Silvio Berlusconi al Colle, però, potrebbe trasformare il 2021 in un anno tutto sommato positivo per Travaglio e per i suoi. E qualcuno può ritenere comprensibile che si agitino spettri senza prove, senza nomi e pieni di condizionali. Ma solo in questo senso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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