La Trenta vuole riaprire i porti: "Dalla Libia rifugiati e non migranti"

In Libia continuano gli scontri. Ci sarebbero 6mila immigrati pronti a partire. E il ministro della Difesa: "Il futuro non è gestibile con la chiusura dei porti"

La Trenta vuole riaprire i porti: "Dalla Libia rifugiati e non migranti"

C'è una fronda, all'interno dell'esecutivo, che vuole contrastare la linea dura dettata da Matteo Salvini per contrastare l'immigrazione clandestina. Contro la chiusura dei porti italiani alle navi delle Ong si sono, infatti, schierati sia il vicepremier grillino Luigi Di Maio sia il ministro della Difesa Elisabetta Trenta. Un attacco incrociato alle misure volute dal numero uno della Lega che hanno portato all'azzeramento degli sbarchi sulle coste italiane.

"Sono appena tornata da un viaggio nel Corno d'Africa, ero stata poco tempo prima in Niger: in questi Paesi abbiamo dei tassi di crescita demografica incredibili, il raddoppio della popolazione entro il 2030. Come pensiamo di poter gestire questo futuro con la chiusura dei porti? È impossibile, bisogna lavorare su una soluzione alternativa". Le dichiarazioni rilasciate dalla Trenta ai microfondi di Circo Massimo su Radio Capital il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ricalcano l'attacco lanciato da Di Maio dalle colonne del Corriere della Sera, ma affondano con una violenza maggiore. Entrambi considerano la chiusura dei porti una misura eccezionale che non può essere protratta in eterno e, mentre gli scontri in Libia si fanno sempre più cruenti, cercano il pretesto per tornare a riaprire le frontiere. "Non sono quella che dice 'apriamo a tutti', assolutamente no - spiega il ministro della Difesa - però ragioniamo sul futuro perché prima o poi questo futuro ci sfugge di mano".

La presa di posizione della Trenta arriva in un momento delicato per l'Italia. In Libia, come scriveva tempo fa Gli Occhi della Guerra, sono presenti 800mila immigrati pronti a partire per raggiungere il nostro Paese. In queste ore, stando a un retroscena pubblicato ieri dal Corriere della Sera, gli 007 italiani avrebbero consegnato al premier Giuseppe Conte un dossier che ipotizza una prima ondata di 6mila stranieri. Alcuni trafficanti senza scrupoli si starebbero già attrezzando per metterli in mare. Il pericolo è stato confermato anche dal direttore dell'Aise, Luciano Carta, nella sua audizione al Copasir e riguarda gli immigrati rinchiusi nei centri di detenzione o in quelli per i profughi. Anche per il ministro della Difesa "il pericolo che possano aumentare gli sbarchi è assoluto", ma auspica ancora che si possa trovare "una soluzione europea" per risolvere l'emergenza.

Tra Salvini e la Trenta le differenze sono abissali. E non solo sulla chiusura dei porti. Anche in tema di accoglienza i due non sono esattamente sulla stessa lunghezza d'onda. "Se si dovesse arrivare alla guerra, non avremmo migranti ma rifugiati - commenta il ministro della Difesa su Radio Capital - e i rifugiati devono essere accolti". Anche sulla guerra in Libia non sono mancati i mal di pancia dei leghisti che la accusano di non fare abbastanza. "In queste occasioni la diplomazia, che è sempre necessaria, deve essere portata ai massimi livelli - replica indirettamente lei - non è utile utilizzare queste occasioni per fare politica, ma bisogna lavorare tutti nella stessa direzione". Da tempo, però, c'è chi strappa per ottenere più spazio. Tanto che, anche sulla drammatica esecuzione del carabiniere a Foggia, la Trenta non manca di tirare stoccate: "Bisogna che qualcuno si concentri molto di più sulla sicurezza del Paese...".

Gli attacchi della Trenta non lasciano indifferente Salvini. Che, alle prese con l'ennesimo blitz giudiziario, rispedisce al mittente le ingerenze dei colleghi di governo ribadendo, con una punta di insofferenza, che finché siederà al Viminale, "i porti resteranno chiusi". Quella della gestione dell'immigrazione rischia da tempo di essere la causa di una crisi di governo. Lo è già stato al momento del voto del decreto Sicurezza e dell'autorizzazione a procedere sul caso Diciotti. E oggi, a pochi mesi dalle elezioni europee, potrebbe far realmente detonare la maggioranza. Tanto che lo stesso Salvini, quando gliene parlano, si limita a scuotere la testa e a dire "Non lo so...". D'altra parte, sul fronte avverso, ha politici come la Trenta che non se ne risparmiano una.

Anche oggi, davanti ai mal di pancia dei leghisti per le dichirazioni contro la chiusura dei porti, si è messa a pungolarli ulteriormente: "Posso invitarli tutti da me, al ministero, così gli spiego un pò di diritto internazionale e magari capiscono cosa possono produrre i loro toni aggressivi sulla Libia".

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