Ministro dove va? Ha sbagliato direzione, la guerra è dall’altra parte. Il quesito rimbalza in queste ore negli ambienti di governo che guardano con grande preoccupazione allo scenario libico che si va complicando sempre di più. Nel mirino c’è il ministro della Difesa Elisabetta Trenta che, a sentire i colleghi leghisti del governo, sembra particolarmente disinteressata al caos di Tripoli, che pure mette a rischio importanti risorse petrolifere italiane, come ha sottolineato lo stesso Matteo Salvini, oltre alla gestione dell’immigrazione.
In effetti, non solo basta passare in rassegna le agenzie per scoprire che Elisabetta Trenta negli ultimi giorni ha diffuso una sola dichiarazione, dal tenore pacifista, che incidentalmente sfiora il tema del caos nell’ex colonia: “Cosa si scriverà sui libri di storia e sulla memoria quando si parlerà di Siria, di Libia, quando si parlerà degli odierni conflitti, laddove non è facile distinguere il combattente. Chi è il combattente vero? Sono delle cose a cui dobbiamo pensare ogni giorno”. E, fanno notare i leghisti, non si può nemmeno dire che la responsabile della Difesa non sprechi tempo in parole per concentrarsi sui fatti. Oggi ha annunciato di essere volata a Gibuti, nel Corno D’Africa, per una “visita a sorpresa” (in realtà anticipata dal Giornale). Dunque mentre si aggrava sempre più il conflitto che sta gettando nel caos il Paese a un tiro di schioppo dalla Sicilia, il ministro vola a Gibuti, che dista circa settemila chilometri da Tripoli.
Nell’agenda del ministro pare proprio non esserci spazio per la questione libica, a giudicare dai suoi impegni pubblici. La scorsa settimana, mentre già gli 007 italiani lanciavano l’allarme sul surriscaldamento delle mai sopite tensioni tra il leader di Tripoli Al Sarraj e il suo rivale, il generale Haftar, il ministro Trenta era volata in Brasile. Un viaggio purtroppo arrivato troppo tardi per gli interessi italiani in quel Paese, perché l’Italia aveva appena perso una importante commessa nell’ambito della Difesa, finita al gigante tedesco Thyssenkrupp.
È l’ennesima conferma che sulla situazione libica il governo italiano non riesce a incidere.
C’è voluto il pressing delle opposizioni per ottenere che il presidente del Consiglio Conte vada giovedì a riferire su cosa sta facendo l’Italia in proposito. Sempre che non abbia impegni urgenti al polo Nord.Twitter: @giuseppemarino_
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