Il governo mette mano al decreto flussi, il sistema che prevede l'ingresso in Italia di quote di immigrati destinate a soddisfare la richiesta di manodopera da parte delle imprese. Il meccanismo si è rivelato farraginoso e insufficiente, con tempi lunghissimi. Ma soprattutto è diventata un'arma in mano alla criminalità organizzata, soprattutto in alcune regioni del Sud, tra cui la Campania, per reclutare immigrati destinati alle attività illecite. Già nel mese di luglio, il governo Meloni in una denuncia, consegnata al capo della procura Antimafia Giovanni Meloni, segnalava alcune anomalie: un'eccessiva richiesta di regolarizzazione rispetto al fabbisogno di forza lavoro. Ora si cambia. Si accelera per rivedere tutto il sistema. Si agirà sia sul piano legislativo, con alcune modiche al vecchio decreto, che sul piano amministrativo, per semplificare l'iter. Il 23 settembre, l'esecutivo incontrerà le associazioni di categoria per mettere a punto una bozza del nuovo decreto. Attualmente, la quota d'ingresso consentita si aggira sui 150mila immigrati ogni anno. Una delle novità sarebbe la completa eliminazione del meccanismo del click day, ossia il sistema che impone alle imprese di inoltrare le domande in un giorno prestabilito. La prima falla: le domande di nulla osta inviate nei click day sono decisamente sproporzionate rispetto al numero dei datori di lavoro e alla capacità di assorbimento dei settori produttivi. Questa è una richiesta di modifica tra l'altro comune a tutte le associazioni coinvolte. Le quote, inoltre, dovrebbero essere riorganizzate su base regionale o territoriale, e non più nazionale. Il governo vuole calibrare le quota sul fabbisogno regionale. Una novità contro cui il partito di Nicola Fratoianni alza i muri: «Il governo si è deciso finalmente a certificare il fallimento delle politiche restrittive in materia di flussi migratori. A stare alle notizie diffuse dalla stampa si parla di una regionalizzazione delle quote: è una semplificazione per andare incontro alla domanda delle imprese o un assaggio di autonomia differenziata che impedirà poi ai migranti di muoversi nelle altre Regioni? Presenteremo una interrogazione al ministero del Lavoro per avere chiarimenti» - attacca Franco Mari, capogruppo di Avs nella commissione Lavoro della Camera. Dal lato aziende, si prevede poi un maggiore controllo per verificare che chi fa domanda poi assuma effettivamente i lavoratori e le lavoratrici richieste. In linea di massima l'ipotesi è quella di consentire l'ingresso in Italia solo a chi ha già stipulato un contratto di lavoro. Su questo passaggio si stanno valutando eventuali ostacoli e lungaggini burocratiche. Il governo vuole intervenire anche con misure specifiche per il settore dell'Agricoltura.
Tra le richieste avanzate da Coldiretti, invece, l'esclusione dal regime delle quote per le conversioni dei permessi di soggiorno stagionali in permessi di soggiorno per lavoro subordinato e un sistema di premialità per le imprese virtuose.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.