Donald Trump torna sul palco per il primo comizio dopo il blitz dell'Fbi nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida, e si lancia come una furia all'attacco di Joe Biden e del Bureau, definendo il primo un «nemico dello stato», e l'Agenzia un «mostro feroce». Ufficialmente il tycoon è arrivato a Wilkes-Barre, in Pennsylvania, per sostenere le candidature di due repubblicani alle elezioni di Medio Termine, il medico star della tv Mehmet Oz per il Senato e Doug Mastriano come governatore. In realtà, a due mesi dal voto e con il vantaggio del Grand Old Party sui democratici che si sta riducendo, la sua visita è una scelta strategica che va ben oltre le due gare. Le loro performance alle elezioni di novembre saranno viste infatti come un referendum sulla tenuta di Trump e del trumpismo sul partito, anche guardando alla corsa alla Casa Bianca del 2024, per cui l'ex presidente sarebbe pronto a candidarsi proprio dopo il Midterm.
E così, davanti a migliaia di sostenitori, se Oz e Mastriano parlano solo brevemente, il Trump-show si concentra soprattutto su un duro attacco al successore e all'Fbi. «Il Bureau è diventato un mostro feroce controllato dalla sinistra democratica e dai media, ma io non resterò in silenzio», chiosa attaccando anche il dipartimento di Giustizia per la perquisizione a Mar-a-Lago che ha portato al sequestro di documenti classificati, e definendo il raid «una parodia di giustizia e uno degli abusi di potere più scioccanti da parte di qualsiasi amministrazione nella storia americana». «È lo stesso Fbi che non ha perseguito Hillary Clinton per l'email-gate», incalza ancora The Donald riferendosi al server privato usato dall'allora segretaria di stato e alle migliaia di email da lei cancellate. Mentre di Biden dice che il suo discorso a Filadelfia (in cui ha definito lui e il movimento Maga una minaccia per la democrazia) «è stato il più divisivo e pieno d'odio mai fatto da un presidente Usa, ha denigrato oltre 70 milioni di americani». Trump continua poi affermando che «Biden pensa che Make America Great Again sia un male per gli Stati Uniti, e chiede di fermare il movimento Maga perché è una minaccia, mentre il pericolo per la democrazia viene dalla sinistra radicale, non dalla destra». E promette: «A novembre metteremo fine alla carriera politica di Nancy Pelosi e di Joe Biden e ci riprenderemo il Paese».
Nel mirino di Trump finisce pure (ancora una volta), il leader Gop al Senato Mitch McConnell, che prese le distanze dall'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 e non assecondò le sue accuse di brogli elettorali. «Va disprezzato», ribadisce, attaccando poi gli altri repubblicani che non lo hanno aiutato a ribaltare l'esito delle presidenziali del 2020, e a suo parere «dovrebbero vergognarsi».
Poi, critica l'ex cancelliera tedesca Angela Merkel per aver ignorato il suo invito a non siglare l'accordo per il gasdotto Nord
Stream: «Le avevo detto che avrebbe aumentato la dipendenza energetica della Germania dalla Russia, ed ora vediamo i risultati». Mentre definisce il presidente cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin «fieri» e «brillanti».
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