New York - Questa volta la corsa di Donald Trump alla Casa Bianca potrebbe davvero essere arrivata al capolinea: a un mese dal voto dell'8 novembre il tycoon è finito nella bufera a causa di una registrazione in cui fa commenti estremamente volgari e offensivi sulle donne. L'audio «rubato», colto a sua insaputa da un microfono acceso, è contenuto in un video ottenuto dal Washington Post e risale al 2005, pochi mesi dopo il matrimonio con la terza moglie Melania. «Devi prenderle per i genitali... Quando sei una star te lo lasciano fare», dice il re del mattone nel fuori onda, fatto mentre era su un bus con il conduttore televisivo Billy Bush per raggiungere il set della soap Day of Our Lives. Quindi, Trump parla tra le altre cose del fallito tentativo di sedurre una donna: «Mi sono avvicinato a lei pesantemente. Voleva andare a comprare mobili e le ho detto che conoscevo un posto giusto. Le sono andato addosso come una prostituta, ma non ce l'ho fatta. E lei era sposata».
Immediata la reazione della rivale, Hillary Clinton: «È una cosa orribile, non possiamo permettere che quest'uomo diventi presidente - ha scritto su Twitter - Le donne hanno il potere di fermarlo». Per placare gli animi, lui ha deciso di fare mea culpa, dicendo: «Chi mi conosce sa che queste parole non riflettono chi sono. Le ho dette, ho sbagliato e mi scuso». Ma la bomba, arrivata proprio alla vigilia del secondo dibattito presidenziale, ha creato un putiferio all'interno del partito repubblicano. A partire dallo speaker della Camera Paul Ryan, che si è detto «disgustato» dai commenti, e ha annullato la presenza a un evento elettorale in Wisconsin con il tycoon. «Spero che affronti questa situazione con la serietà che merita, e lavori per dimostrare al Paese che ha maggior rispetto per le donne di quanto questo filmato suggerisce», ha tuonato Ryan. Durissimo anche il leader del Grand Old Party, Reince Preibus, che ha definito le parole «oscene», e ha poi aggiunto come «nessuna donna dovrebbe essere descritta in questi termini o trattata in questa maniera». Persino il candidato vice presidente, Mike Pence, ha detto che «non può giustificare o difendere» tali commenti: «Come marito e padre, sono stato offeso dalle parole e dalle azioni descritte nel video». Pence avrebbe dovuto prendere la parola in Wisconsin all'evento dove era prevista la presenza di Trump e Ryan (annullata da entrambi) ma a sorpresa ha fatto sapere che non avrebbe partecipato. Infine Melania, la moglie di Trump: «Inaccettabili e offensive le sue parole». Ma ha invitato gli americani ad accettare le sue scuse.
La tegola piombata sul capo di The Donald è talmente pesante che è persino spuntata la clamorosa ipotesi di un cambio della guardia ai vertici del ticket Gop tra lui e l'aspirante numero due. «È ora che Trump si ritiri dalla corsa e Pence prenda il suo posto», ha affermato l'ex governatore repubblicano dello Utah ed ex candidato presidenziale nel 2012, John Huntsman. La posizione sarebbe condivisa da molti nel partito repubblicano, ma è stata immediatamente stroncata dallo stesso miliardario newyorkese. «Le chance che io lasci sono pari a zero - ha commentato con il Wall Street Journal, allontanando ogni ipotesi di un passo indietro - Non mi ritirerò mai, non mi sono mai ritirato nella mia vita». Quindi, ha precisato: «Il supporto nei miei confronti è incredibile, chi mi chiede di farmi da parte non ne ha idea».
A questo punto, scartata l'ipotesi delle dimissioni, al Gop non rimarrebbe che un'opzione ancora più estrema, ossia quella di licenziarlo, cosa che però potrebbe fare soltanto cambiando in pochi giorni le regole (visto che l'allontanamento di un candidato non è previsto) o forzando l'interpretazione delle norme esistenti.
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