![Trump-Putin, intesa sui negoziati. Zelensky: "Opportunità di pace"](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/13/1739423288-azt7hljdm42zrfiivutl-ansa.jpeg?_=1739423288)
Un'accelerazione improvvisa, in perfetto stile Trump, dopo che i media si stavano domandando cosa ne era del piano per far finire la guerra in Ucraina in «24 ore», promesso in campagna elettorale. Mentre le cancellerie europee aspettavano per domani l'intervento di JD Vance alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, Donald Trump ha rubato la scena al suo vice e, dopo una serie di telefonate avute nel corso della giornata, con Putin e con Zelensky, ha annunciato un primo incontro con il presidente russo in Arabia Saudita e poi di prevedere il cessate il fuoco in Ucraina in un «futuro non troppo distante». Per quanto riguarda Kiev, secondo Trump «prima o dopo saranno necessarie delle elezioni» e «una adesione dell'Ucraina alla Nato non sarebbe «realistica». Questi i dettagli rivelati da Trump ai giornalisti alla Casa Bianca, dopo l'annuncio di avere avuto ieri mattina una «lunga e produttiva» telefonata con Vladimir Putin e di avere «concordato di fare iniziare immediatamente i negoziati ai nostri rispettivi team».
È un ribaltamento totale della dottrina dell'amministrazione Biden, che aveva sempre sostenuto che sarebbe spettato a Kiev decidere se e quando sedersi al tavolo dei negoziati. «Niente che riguardi l'Ucraina senza il consenso dell'Ucraina», il mantra ripetuto in questi anni. «La guerra deve finire», quello di Trump. A guidare il team Usa al tavolo dei negoziati, che «avranno successo», saranno il segretario di Stato Marco Rubio, il direttore della Cia John Ratcliffe, il consigliere per la Sicurezza nazionale Michael Waltz e l'inviato speciale Steve Witkoff. Immediata la risposta russa. Putin ha invitato il presidente Usa a Mosca (l'ultimo a visitare la Russia fu Barack Obama nel 2013) ed è «pronto» a ricevere i negoziatori americani, ha riferito il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. È arrivato il momento che Washington e Mosca «lavorino insieme», l'ulteriore apertura. Trump ha anche riferito il contenuto di un'altra telefonata, stavolta con Volodymyr Zelensky: «È andata molto bene, anche lui come Putin vuole la pace». Ad illustrare al leader ucraino nei dettagli la posizione americana saranno Vance e Rubio nell'incontro di domani a Monaco. «Nessuno desidera la pace più dell'Ucraina. Insieme agli Stati Uniti stiamo tracciando i nostri prossimi passi per fermare l'aggressione russa e garantire una pace duratura e affidabile. Come ha detto il presidente Trump, facciamolo», il resoconto della telefonata nelle parole di Zelensky. Questo, mentre a Kiev si trovava il segretario americano al Tesoro, Scott Bessent, per presentare a Zelensky «il conto» degli aiuti: una bozza di «accordo di cooperazione economica in cambio del proseguimento del sostegno materiale all'Ucraina e agli ucraini». Obiettivo dichiarato di Washington sono i giacimenti ucraini di terre rare, fondamentali nella competizione con la Cina sulle nuove tecnologie.
Un'accelerazione improvvisa, alla quale ha fatto da preludio la missione dell'inviato di Trump Witkoff a Mosca, dove ha incontrato Putin, ottenendo la liberazione dell'insegnante americano Marc Fogel, detenuto in Russia dall'agosto 2021 e condannato a 14 anni di carcere. In cambio, Washington ha liberato il cybercriminale russo Alexander Vinnik. E, dopo la telefonata Trump-Putin, la Casa Bianca annunciava la liberazione di un americano e altre due persone detenuti in Bielorussia. «Un gesto unilaterale», spiegava il dipartimento di Stato. Un ulteriore segnale di disgelo.
Con esclusione degli europei, che se ne lamentano. «Nessun accordo senza Kiev e la Ue», dichiaravano da Parigi, i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Spagna. «Nessun Paese europeo al momento è coinvolto nei colloqui di pace», ribatteva la Casa Bianca.
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