Donald Trump mette a segno una vittoria nella vicenda dei documenti sequestrati dall'Fbi a Mar-a-Lago. Un giudice federale ha accolto la sua richiesta di nominare un consulente speciale per esaminare le carte trovate dagli agenti federali nella sua residenza in Florida (11 faldoni di documenti classificati e alcuni contrassegnate come top secret), e ha impedito temporaneamente al governo di utilizzarle per un'indagine penale a carico dell'ex presidente. Il dipartimento di Giustizia si era opposto, sostenendo che il tycoon non ha il diritto legale di chiedere una tale revisione, e che un perito esterno non è necessario, in parte perché i funzionari del dicastero di Merrick Garland hanno già completato l'esame per individuare i documenti coperti dal privilegio presidenziale, quelli di cui lui vuole la restituzione.
Nelle 24 pagine di decisione, tuttavia, la giudice Aileen M. Cannon ha affermato che «deve essere nominato uno special master per rivedere il materiale sequestrato e valutare le richieste di restituzione», e «al governo è temporaneamente vietato ogni ulteriore esame e utilizzo di qualsiasi materiale sequestrato dalla residenza l'8 agosto a fini investigativi, in attesa della risoluzione del processo di revisione del perito». La mossa viene vista da più parti come una spinta per Trump per continuare la sua battaglia legale, e potrebbe anche rallentare il ritmo delle indagini, ma è improbabile che abbia conseguenze sulle decisioni o sull'esito finale dell'inchiesta. Il magistrato, comunque, ha concesso alle parti fino a venerdì per presentare una lista di candidati per il ruolo di consulente speciale. La domanda di Trump comunque non è insolita: in altri casi di alto profilo a lui legati sono stati nominati dei periti, per esempio per l'ex legale Michael Cohen. Ciò che è strano invece, secondo la Cnn, è che i suoi legali l'abbiano presentata dopo due settimane dal blitz.
Sulla vicenda dei documenti Trump sta affrontando crescenti pressioni legali: non solo è indagato per aver rimosso dalla Casa Bianca carte governative e di averle conservate a Mar-a-Lago, ma il dipartimento di Giustizia sta indagando anche su una possibile ostruzione all'inchiesta, affermando che il materiale top secret è stato «probabilmente nascosto» per ostacolare un'indagine dell'Fbi.
Oltre a questo fronte, il tycoon è al centro di un'inchiesta a New York sulle sue pratiche commerciali, e pure di un procedimento sui suoi sforzi per ribaltare i risultati delle elezioni del 2020 e per l'attacco del 6 gennaio 2021 al Campidoglio da parte dei suoi sostenitori.
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