Nel Movimento 5 Stelle scoppia la bufera. La tensione è altissima, gli animi si stanno surriscaldando e di questo passo si rischia di raggiungere una temperatura esplosiva. A creare forte scompiglio è la vicenda Rai, che ha provocato diversi malumori nella galassia grillina: da una parte Giuseppe Conte ha deciso di non far sentire (almeno per il momento) la voce del suo partito nei canali del servizio pubblico; dall'altra gli eletti lamentano di non essere stati coinvolti in una scelta così drastica. Come se non bastasse, ora si è aperto un altro caso interno. Sempre relativo alla Rai. Qualcuno ha trattato per conto del M5S?
Il caso Rai nel M5S
Ieri il leader pentastellato ha detto chiaramente che i 5 Stelle "non sono stati coinvolti, non sono stati sentiti" in merito. Eppure tra le fila del Movimento nelle ultime ore sta serpeggiando un dubbio. Un sospetto che, se confermato, rischierebbe di avere effetti importanti sulla tenuta del gruppo grillino. A finire nel mirino dei malpancisti è il senatore Mario Turco, fedelissimo di Conte.
Una fonte parlamentare ha affidato all'Adnkronos un'accusa pesantissima che di fatto smonterebbe la versione raccontata fino ad ora dall'ex premier: "Turco ha trattato per conto di Conte, nascondendolo ai gruppi parlamentari. Ci avevano detto che nessuno per conto del Movimento aveva trattato e invece hanno trattato e fallito. Turco sapeva tutto". E dietro tutto ciò ci sarebbe una finalità ben precisa: "Hanno fatto saltare il banco per andare a elezioni anticipate...".
I dubbi sull'incontro
Al centro delle irritazioni grilline c'è un incontro che sarebbe avvenuto martedì sera a Palazzo Chigi tra Turco e Antonio Funiciello, capo di gabinetto del premier Mario Draghi. Ma va detto che in realtà dai vertici del Movimento arriva un'altra versione dei fatti: non sarebbe andata in scena nessuna trattativa con Turco, che invece sarebbe stato semplicemente informato della lista dei nomi dei direttori dei tg che la mattina seguente è arrivata al Cda di Viale Mazzini. Dai piani alti del M5S tengono a ribadire che Turco "ha ricevuto solo una informativa il giorno prima a trattative già chiuse, visto che poi a breve sarebbero usciti sui giornali i nomi dei direttori tg".
I malumori dei grillini
Evidentemente le smentite non sono servite a placare i mugugni dei malpancisti, che anzi continuano a mostrare il broncio di fronte a una vicenda su cui occorrerà inevitabilmente fare chiarezza. Si parla (ma per ora le voci non trovano riscontri ufficiali) di una riunione informale nella giornata di ieri al Senato.
Un'occasione in cui Primo Di Nicola, vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai, si sarebbe detto "stupefatto" e "indignato" per i retroscena giornalistici che parlavano di un ruolo attivo di Turco nella trattativa sulle nomine del servizio pubblico. "Perché non ci avete avvertito? Perché abbiamo dovuto apprendere tutto dalla stampa?", sarebbero state in sintesi le domande che avrebbe sollevato secondo l'Adnkronos.
Gli sms di fuoco
La questione è delicata, spinosa, intricata. Nelle chat private - visionate da LaPresse - non vengono risparmiati commenti al vetriolo contro la linea intransigente di Conte: "Ci ha messo il bavaglio", "Siamo contro la lottizzazione e facciamo la voce grossa perché ci fanno fuori dalla stanza dei bottoni?".
Un fronte caldo su cui emerge l'ennesima divergenza con Luigi Di Maio, che invece non avrebbe fatto la guerra sulle nomine Rai: esponenti degli altri partiti di maggioranza confermano che il ministro degli Esteri non si sarebbe messo di traverso alla scelta di Monica Maggioni al Tg1.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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