"Una tutela per le imprese sane"

Il ministro degli Affari regionali: "Evitato multe salatissime"

"Una tutela per le imprese sane"

Ministro Gelmini, il Consiglio dei ministri ha approvato nuove misure sulle concessioni per i cosiddetti balneari. Perché è stato necessario intervenire?

«L'Unione europea ha già avviato una procedura di infrazione contro l'Italia, che rischia il deferimento alla Corte di Giustizia Ue e di pagare multe salatissime. E lo scorso novembre il Consiglio di Stato ha ribadito che le nostre norme sulle concessioni demaniali marittime sono in contrasto con le regole comunitarie a tutela della concorrenza. La giustizia amministrativa ci ha detto che dal primo gennaio 2024 tutte le concessioni decadranno: senza un intervento legislativo sarebbero considerate abusive. Con il rischio di veder fioccare, già da ora, gli avvisi di garanzia. Per queste ragioni era necessario intervenire subito: lo faremo con un emendamento al ddl Concorrenza, per sanare la posizione del nostro Paese, ma anche per dare finalmente certezze a tanti operatori del settore. E lo abbiamo fatto dopo un lungo confronto - iniziato lo scorso 28 dicembre - con le categorie, con le Regioni, con i Comuni e con le Province. Il governo ha fatto la sua proposta, approvata dal Cdm, adesso durante il passaggio parlamentare questo ottimo punto di partenza potrà essere ancora migliorato».

Non tutti i balneari sono soddisfatti, alcuni volevano il rinnovo delle attuali concessioni, soprattutto in considerazione della specificità del nostro Paese.

«L'Italia ha cercato di far valere la specificità della nostra situazione. Abbiamo oltre ottomila chilometri di coste e una tradizione che è un unicum nel mondo di stabilimenti balneari attrezzati e curati. Ma dobbiamo essere realisti: la sentenza della Consiglio di Stato non ci lascia margini. Non possiamo più rinviare sine die le gare. Pena l'azzeramento di tutte le concessioni e gare senza rete. Per questo siamo intervenuti con la logica da un lato di riduzione del danno, tenendo conto della salvaguardia di chi ha investito, di chi ha come unico reddito familiare quell'attività, della forza lavoro; dall'altro di favorire la qualità dell'offerta con concessioni di durata proporzionale agli investimenti effettuati nel senso della salvaguardia del patrimonio ambientale e culturale e dell'accessibilità. E lo abbiamo fatto con equilibrio. In questi mesi il governo Draghi ha avviato, come dicevo, un confronto con le categorie e con gli addetti del settore. Il nostro obiettivo è quello di tutelare i lavoratori, gli imprenditori, le famiglie che lavorano in questo comparto, ma allo stesso tempo anche evitare una maxi multa da parte dell'Europa. Gli operatori che sinora lavoravano in un limbo, avranno finalmente regole ben precise, grazie ad una norma chiara potranno programmare investimenti e nuove iniziative. E tutto ciò avrà riflessi positivi anche e soprattutto per gli utenti, per i turisti».

Come funzioneranno le gare?

«Intanto le attuali concessioni saranno stabilizzate fino a dicembre 2023. Da gennaio 2024 tutto dovrà essere assegnato attraverso gare che avranno l'obiettivo di un più razionale utilizzo del demanio, e di promuovere il dinamismo concorrenziale, così come ci chiede l'Europa. Ma ci saranno dei criteri di selezione che premieranno le esperienze positive, che non vanno assolutamente disperse. Dunque, fermo il principio della gara, verranno valorizzate alcune specificità come gli investimenti, il valore aziendale, la tutela per i dipendenti (che sarà garantita anche se la concessione dovesse essere assegnata ad un nuovo soggetto), la qualità dei servizi offerti, il rispetto dell'ambiente e del paesaggio, e poi cercheremo di tutelare le piccole gestioni, quelle a conduzione familiare, tanto presenti nelle nostre spiagge».

È soddisfatta del provvedimento?

«Quello al quale siamo giunti è il punto più avanzato possibile, date le condizioni. Lo considero un grande passo in avanti per tutelare gli operatori del settore e anche i dirigenti dei Comuni, che senza questa regolamentazione rischiano risvolti giudiziari. Avremo gare, che comunque terranno conto delle qualità dei nostri imprenditori, e del reddito che questi producono per le loro aziende, per le proprie famiglie e per il Paese.

E anche sulle tempistiche sono ottimista. Entro dicembre 2022 avremo i decreti legislativi del ddl Concorrenza, al quale è legato questo provvedimento, e quindi anche le nuove gare potranno partire, grazie al lavoro di Comuni e Regioni, in tempi congrui».

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