Tutte quelle inchieste finite in flop sui legami tra Forza Italia e la mafia

Per le procure è stata quasi un'ossessione. Ma sono state archiviate

Tutte quelle inchieste finite in flop sui legami tra Forza Italia e la mafia

In principio fu il fascicolo 6031/94, quello in cui, criptati sotto cinque «M», erano indagati altrettanti personaggi, anche se quelli cruciali erano due: Silvio Berlusconi, appena sceso in campo nell'agone politico con Forza Italia, e Marcello Dell'Utri. La suggestione Forza Italia-mafia è un vecchio amore della procura di Palermo e soprattutto dell'ex pm Antonio Ingroia. E pazienza se poi le sentenze non lo hanno avallato, anzi al contrario l'hanno smentito. E così, nel processo sulla trattativa Stato-mafia, ora approda Giuseppe Graviano, nuovo indagato di «violenza a corpo politico dello Stato», il singolare reato rispolverato per istituzioni e boss alla sbarra insieme. Nuovo indagato chiave per la ricostruzione dell'accusa della trattativa. Infatti l'ex pm Ingroia, che quel processo l'ha inventato, anche se non è più in procura oggi gongola: «C'è ancora chi ha il coraggio di negare che dietro alle stragi di mafia dei primi anni '90 ci fossero anche mandanti politici? C'è ancora chi insiste con il dire che non c'è stata alcuna trattativa tra pezzi dello Stato e Cosa nostra per ragioni politiche? E, soprattutto, c'è ancora qualcuno che ha il coraggio di negare i rapporti tra Berlusconi e Graviano? Chi meglio di Graviano poteva confermare tutta la ricostruzione dell'indagine trattativa Stato-mafia e dei rapporti di Berlusconi con i boss stragisti?»

Ingroia sentenzia, anche se non ha più la toga da magistrato. E dimentica che proprio su mafia e stragi le procure di Caltanissetta e di Firenze hanno indagato Berlusconi. Per due volte. E per due volte hanno archiviato. Ma questo, per l'ex pm della trattativa, poco importa. Come poco importa anche all'attuale pm della trattativa Nino Di Matteo, che in un convegno a Palermo poco più di un mese fa ha attaccato Berlusconi (e anche Renzi che trattava con lui per la legge elettorale) parlando di «patto di protezione fra l'imprenditore Berlusconi ed esponenti mafiosi, un patto andato avanti dal 1974 al 1992». Di Matteo citava la Cassazione, la sentenza di condanna di Marcello Dell'Utri. Ma chissà se aveva in mente anche le intercettazioni di Graviano, depositate al processo solo ieri.

Anomalie, convinzioni, stranezze. Qualche stranezza, nell'ingresso a sorpresa di Graviano nel processo giusto all'indomani dell'assoluzione di Mori nella prova generale del processo trattativa, quello sulla mancata cattura di Provenzano nel 1995, c'è. Qualche coincidenze. Di comportamenti e di tempistica. Graviano è stato intercettato in carcere al 41 bis. Come Totò Riina nel 2013, anche lui parole in libertà spiate a sua insaputa durante l'ora d'aria. Ma davvero a sua insaputa? Riina almeno è ultraottantenne. Giuseppe Graviano invece di anni ne ha 54. E tutto è meno che uno stupido, come dimostra il suo concepimento del figlio al 41 bis. Non sapeva? O sapeva e parlava per essere ascoltato? E nei colloqui spiati dice la verità? Sembrerebbe di no dalla storia del figlio concepito in carcere. O era una balla la fecondazione assistita di cui sinora si è parlato? Già, Riina. E le strane manovre intorno a lui, dopo la sentenza della Cassazione che apre uno spiraglio alla sua uscita dalla cella. «È lucidissimo», ha detto il pm della trattativa. E infatti ha anche depositato nuove intercettazioni in carcere, in cui Riina parla male di Vito Ciancimino e lo collega a Licio Gelli. L'ex procuratore antimafia e adesso presidente del Senato Pietro Grasso due giorni fa ha lanciato l'amo: «Vuole tolto il 41 bis? Dica chi sono i mandanti delle stragi». E ha raccolto l'assist l'attuale procuratore antimafia, Franco Roberti: «Se decidesse di parlare, e se cominciasse a collaborare seriamente con la giustizia, allora si potrebbe rivedere anche la sua situazione detentiva e il suo 41bis».

Il processo trattativa, a detta di tutti e anche sulla base delle sentenze parallele (l'assoluzione di Mori, quella dell'ex ministro Calogero Mannino) annaspa. E ora le strane manovre attorno ad esso si moltiplicano. Incluse le strane intercettazioni di Graviano.

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