Oguzhan Aydin, l'uomo che il 5 febbraio del 2006 uccise in Turchia il sacerdote italiano don Andrea Santoro, è stato scarcerato prima di scontare l'intera condanna a 18 anni e 10 mesi di prigione. A riferirlo è il quotidiano HaberTurk e la notizia è riportata anche dal sito Turkish Minute, secondo il quale Aydin è uno dei circa 38.000 detenuti turchi scarcerati prima del tempo per far posto alle migliaia di persone arrestate in relazione al fallito golpe del 15 luglio scorso. Se confermata la notizia sarebbe un'ulteriore segnale della deriva, sempre più islamista del regime del premier Recep Tayyp Erdogan.
Aydin, 16enne al momento dell'omicidio, entrò nella chiesa di Trabzon, Trebisonda sul Mare Nero, nel pomeriggio di domenica 5 febbraio 2006, mentre Don Santoro stava pregando. Il sacerdote italiano fece in tempo ad accorgersi che una pistola era puntata alle sue spalle e riuscì a gridare al suo assistente, che era vicino a lui, di buttarsi a terra. L'assalitore gridò «Allah è grande» e sparò due colpi di pistola, trafiggendo i polmoni del sacerdote. L'uomo scappò quindi attraverso il cortile della chiesa gridando ancora «Allah è grande» e sparando un terzo colpo di pistola in aria. Arrestato dalla polizia confessò di aver ucciso don Santoro perché sconvolto dalle vignette satiriche su Maometto apparse mesi prima su un quotidiano danese, che provocarono un'ondata di proteste in tutto il mondo islamico.
Mentre la diocesi di Roma sta valutando l'apertura del processo di beatificazione del sacerdote, la sua chiesa non ha avuto pace. Pochi giorni fa, nel clima incandescente del dopo golpe, è finita di nuovo nel mirino dell'intolleranza. Dopo una delle manifestazioni organizzate a favore dell'Akp, il partito di Erdogan, che nella città del nord della Turchia sono state particolarmente imponenti, una decina di persone si sarebbero dirette verso la chiesa che fu di don Santoro, cercando di forzarne l'ingresso. Il tentativo sarebbe fallito: gli estremisti non sarebbero riusciti ad entrare grazie ad alcuni vicini musulmani che avrebbero lanciato l'allarme e avvisato la polizia.
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