Beppe Grillo è diventato un collezionista di dietrofront. L'ultimo salto (indietro) del Grillo riguarda l'uscita dal Parlamento dei pentastellati. Il leader del Movimento 5 Stelle ieri ha scritto sul suo blog: "Allora, che ci rimaniamo a fare in Parlamento? A farci prendere per il culo, a sostenere un simulacro di democrazia mentre questi fanno un colpo di Stato? Rimarremo ancora fino a quando sarà possibile cercare di impedire il colpo di Stato con l’eliminazione del Senato elettivo. Dopo, se questi rottamatori della Costituzione non ci lasceranno scelta, ce ne andremo. Meglio uscire e parlare con i cittadini nelle piazze di Roma e d’Italia, meglio fare agorà tutti i giorni tra la gente che reggere il moccolo ai traditori della democrazia edella Patria. Li lasceremo soli a rimestare le loro leggi e usciremo tra i cittadini. Aria fresca".
Ma oggi l'ex comico fa retromarcia e sempre dal blog scrive: "I parlamentari non si dimetteranno, ma, anzi, quando riterranno necessaria la loro presenza entreranno in aula per votare e per difendere le istituzioni. Contemporaneamente, ogni volta che sarà possibile incontreranno i cittadini in piazza, in molte piazze d’Italia, per spiegare cosa succede nel Palazzo e confrontarsi con loro. Qualcuno ha usato la parola Aventino, ma l’Aventino del M5S sono i cittadini, non l’isolamento su un colle. L’Aventino lo hanno già fatto i partiti che con i cittadini non hanno più nulla a che fare.
Arrivederci in piazza!". Insomma, una contraddizione dietro l'altra. Dopo il dietrofront sulla presenza in televisione e dopo quello sull'apertura a trattare col Partito Democratico sulle riforme, ecco che ne arriva un altro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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