
Tommaso Foti, ministro per gli Affari Europei, qual è il suo bilancio dell'incontro di Giorgia Meloni con Donald Trump?
«Per alcuni avvoltoi dell'opposizione che hanno continuato a sperare in un fallimento è una settimana di passione che non si concluderà con la resurrezione. Per chi tifava per l'Italia e anche per l'Europa è la dimostrazione che l'impostazione che Giorgia Meloni ha sempre dato su ogni dossier, ovvero quella del dialogo, è quella vincente. Devo dire che a memoria non ricordo un presidente del Consiglio italiano che abbia avuto tanti elogi e considerazione da un presidente gli Stati Uniti. Oltretutto un presidente del Consiglio che ha fatto valere le proprie argomentazioni e le ragioni che l'hanno sempre contraddistinta, a partire dal ribadire che vi deve essere una pace giusta e duratura per l'Ucraina invasa dalla Russia».
Donald Trump si è detto ottimista sul superamento delle controversie commerciali con l'Europa. L'obiettivo di un'area comune zero dazi è possibile?
«Sui dazi è evidente che la competenza stretta è della Commissione europea e il commissario al Commercio Sefcovic va periodicamente a Washington per trattare. Mi pare che il presidente del Consiglio italiano abbia cercato di far comprendere in ogni modo che la cosa migliore sia quella di dar vita a un accordo sul commercio vantaggioso, equo e bilanciato per entrambi. L'ottimismo è giustificato, poi in una trattativa ci sono sempre due parti. Inutile nascondere che qualcuno che dietro le quinte fa il tifo per lo scontro c'è, gli stessi che facevano il tifo affinché l'incontro non portasse a nulla e ora sono costretti a leccarsi le ferite. È comunque significativo che Trump abbia lasciato aperta la porta per un incontro a Roma con l'Ue, come proposto da Meloni».
La distensione dei rapporti con gli Stati Uniti passa anche da una chiara scelta di campo occidentale, al riparo dalla tentazione di guardare verso la Cina?
«Giorgia Meloni ha detto chiaramente che l'obiettivo è tornare a fare grande l'Occidente e questo è un obiettivo economico, politico e culturale. Tenere alta la bandiera dell'Occidente significa tenere alta la bandiera della libertà, declinata come libertà civile, economica e di espressione».
A livello bilaterale quali risultati sono stati raggiunti?
«Innanzitutto è stata rafforzata la nostra visione sull'immigrazione che non è un problema che si risolve con pelose giaculatorie. La realtà è che l'Occidente deve puntare su una immigrazione regolare e contrastare quella clandestina. In generale l'impegno a una cooperazione forte tra Stati Uniti e Italia così che si possa avere una prosperità condivisa mi pare significativo, così com'è significativo il fatto che vi sia la disponibilità americana a sostenere il ruolo dell'Italia come hub regionale dei dati per il Mediterraneo e il Nord Africa. Inoltre c'è l'interesse ad approfondire la possibilità di investimenti USA laddove vi siano condizioni favorevoli, come quelle della zona economica speciale istituita dal governo Meloni. Sotto il profilo strategico la collaborazione in termini energetici è fondamentale così come lo è lo sviluppo del corridoio economico India-Medio Oriente-Europa, essendo uno tra i più importanti progetti di integrazione e connettività economica di questo secolo. Inoltre Stati Uniti e Italia hanno anche convenuto di valutare come sfruttare insieme il potenziale del Piano Mattei».
L'impegno ad aumentare in tempi brevi l'aumento al 2% delle spese per la difesa significa anche favorire il rilancio della Nato?
«Certamente, è stato ribadito l'incrollabile impegno verso la Nato, con un investimento in difesa fondamentale per dare vita finalmente al pilastro europeo della Nato. Concludo dicendo che dovrebbe inorgoglire chi antepone la nazione italiana alla fazione politica il fatto che due giorni fa Trump abbia definito fantastica Giorgia Meloni.
E sul piano politico il fatto di aver ribadito che, con lei al governo, l'Italia sarà sempre l'interlocutore europeo privilegiato mi pare la dica tutta rispetto allo scarso successo degli iettatori in servizio permanente effettivo».
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