Il sospetto è quello di un piano per affossare i vaccini seminando il panico tra i cittadini europei e inducendoli a rifiutare le inoculazioni anti-Covid. A farlo capire è l'Agenzia Europea per il Farmaco (Ema). Proprio ieri l'Agenzia ha reso pubblici alcuni particolari emersi nel corso dell'indagine sulla sottrazione di dati e documenti riguardanti l'approvazione dei vaccini Pfizer e Moderna.
La sottrazione, avvenuta lo scorso 9 dicembre, è stata messa a segno da alcuni hackers che dopo esser penetrati negli archivi digitali dell'Agenzia starebbero ora disseminando in rete i documenti trafugati. Quel che più preoccupa i funzionari dell'Ema è l'apparente manipolazione dei documenti. La contraffazione punterebbe ad avvalorare il sospetto che nel corso dell'omologazione dei vaccini, avvenuta in tempi molto più rapidi rispetto agli standard consueti, siano state saltate o accelerate alcune procedure rendendo potenzialmente pericolosa la somministrazione. La manipolazione verrebbe realizzata alterando i contenuti di alcune delle mail scambiate da funzionari e sanitari durante i processi di verifica dei vaccini Pfizer e Moderna.
«I dati e i contenuti - spiega un aggiornamento diffuso ieri dall'Ema - sono stati alterati dagli hackers prima della pubblicazione in modo da minare la fiducia nei vaccini». Se così fosse si tratterebbe di un'operazione dai connotati a dir poco terroristici. In molte nazioni europee, come la Francia, fette consistenti dell'opinione pubblica temono effetti collaterali e sono, già ora, assai restie ad accettare le campagne d'immunizzazione programmate dal governo. La diffusione di mail e documenti modificati al preciso scopo di amplificare l'insicurezza del pubblico potrebbe dunque vanificare l'unica arma capace di arginare la pandemia. Ma chi può aver organizzato l'operazione? I sospetti cadono ovviamente su gruppi di hackers no-vax pronti a tutto pur di sabotare la distribuzione dei vaccini. Ma fin qui non sono stati fatti nomi di persone o gruppi specifici. L'Ema nel frattempo si premura di raccomandare «il massimo della cautela» nel valutare i documenti emersi in Rete ricordando che «sono stati manipolati prima della loro pubblicazione online, in modo tale da minare la fiducia nei vaccini». In quei settori dell'opinione pubblica più sensibili o più esposti alle tesi complottiste simili precisazioni potrebbero, però, aver scarso effetto. O peggio, venir interpretate come l'estremo tentativo dell'Ema di smentire le «prove» rese pubbliche dagli autori dell'incursione.
Una parte dei documenti sottratti è stata rinvenuta il 5 gennaio in un forum del cosiddetto «dark web» (la parte della Rete inaccessibile con i normali provider) dalla Yarix una società italiana di sicurezza digitale. La società dopo il rinvenimento ha steso un rapporto e l'ha messo a disposizione degli inquirenti . Stando al rapporto il materiale, suddiviso in 5 cartelle e 50 file denominati «Ema Leaks», conteneva, oltre ai commenti degli studiosi protagonisti della valutazione del vaccino Pfizer, anche il report di qualità e la relazione finale di un meeting interno di Ema dello scorso 26 novembre. Ma sul «dark web» sarebbe finito molto altro materiale. Tra questo le istruzioni riservate sulla strumentazione adatta a riprodurre il vaccino e un documento del 20 novembre con le risposte della Fda, l'agenzia americana del farmaco sull'efficacia dei due farmaci. Ma il bottino comprenderebbe anche l'agenda degli incontri riservati svoltisi all'Ema per approvare il lancio del vaccino avvenuto durante il V-day dello scorso 27 dicembre.
In questa sezione erano contenute anche le mail intercorse tra i funzionari e vari file provenienti da Eudralink, il portale interno dell'Ema che dovrebbe garantire comunicazioni sicure e riservate al personale dell'agenzia.
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