Vaccini a scuola ecco lo sprint finale. Staffetta tra hub, medici e farmacie

Accesso per i giovani senza prenotazione. Figliuolo: "In agosto 10 milioni di dosi"

Vaccini a scuola ecco lo sprint finale. Staffetta tra hub, medici e farmacie

La campagna vaccinale è allo sprint per raggiungere il traguardo indicato dal Comitato tecnico scientifico per tornare a scuola in sicurezza: coprire con il richiamo almeno il 60 per cento degli studenti dai 12 anni in su. Una corsa contro il tempo perché occorrerà somministrare oltre 2 milioni e 700mila dosi alla popolazione studentesca entro il 12 settembre. Il giorno dopo infatti in 10 Regioni, dalla Lombardia al Lazio, si tornerà a scuola in presenza ed entro il 20 settembre, quando ripartiranno le lezioni anche in Puglia che arriverà per ultima, tutti gli otto milioni e mezzo di ragazzi in età scolare rientreranno in classe.

È il commissario all'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, in visita nel centro vaccinale di Senise, in Basilicata, a spiegare il piano del governo che punta a due obiettivi: la copertura degli studenti da un lato e dall'altro la protezione degli over 50 tra i quali sono ancora quasi 4 milioni i soggetti completamente scoperti.

«Da dopo Ferragosto inizieremo con un'attività mirata per i più giovani. Continueremo a pensare agli over 50, è una categoria che ha bisogno di aumentare i numeri dei vaccinati, ma dobbiamo pensare anche alla riapertura delle scuole in sicurezza - dice il generale - Il Comitato tecnico scientifico ha posto come obiettivo sufficiente quello di raggiungere il 60% degli studenti vaccinati prima dell'inizio delle scuole e vista la molto buona propensione di questa categoria a vaccinarsi, il pensiero è quello di fare un piano per permettere ai giovani di accedere agli hub con corsia preferenziale, senza prenotazione: lo faremo in tutta Italia».

Le dosi, assicura Figliuolo, ci sono. «Dal 16 agosto in avanti avremo, rispetto a quello che pensavamo, 3 milioni di dosi in più: avremo circa 10 milioni di dosi a livello nazionale che ci permetteranno di continuare con un ottimo passo. È chiaro che serve l'adesione di tutti i cittadini».

Ma allora quanti ragazzi in età scolare mancano ancora all'appello della profilassi? La platea che va dai 12 ai 19 anni (prima dei dodici non ci sono vaccini autorizzati) totalizza 4milioni 627mila 514 persone. Tra loro ci sono ancora 1.749.867 giovanissimi che non hanno completato il ciclo vaccinale: di questi 776.099 hanno ricevuto la prima dose e sono in attesa della seconda. Completamente scoperti 973.768 ragazzi.

Ma a questi bisogna aggiungere oltre 2 milioni di giovani tra i 20 ed i 29 anni completamente scoperti. Eppure in questa fascia di età, circa 6 milioni di persone, sarà necessario avere il green pass per frequentare le lezioni universitarie in presenza. Anche se in questo caso non c'è una deadline, una data, comune come nel caso del ritorno a scuola.

Per tutti i giovani verranno potenziate e le opportunità di accesso libero, senza prenotazione. Vaccino inevitabile dunque anche per gli universitari visto che altrimenti ci si dovrebbe sottoporre ad un tampone ogni 48 ore e anche con i prezzi calmierati a 15 euro diventerebbe una spesa insostenibile. Da oggi anche in Veneto i tamponi fino a ieri gratis tornano a pagamento, ha spiegato il governatore Luca Zaia: «per chi non ha un contatto diretto con un positivo, per chi non ha situazioni particolari di salute e per chi non appartiene a categorie particolari come i visitatori delle case di riposo».

Lo scoglio più difficile da superare è convincere i diffidenti a vaccinarsi. Per i ragazzi si punta a persuadere i genitori. «Dobbiamo continuare a correre - insiste Figliuolo - Contiamo sulla collaborazione delle famiglie».

La strategia per convincere gli over 50 indecisi è diversa. Si punta alla vicinanza territoriale e al rapporto di fiducia che queste persone hanno con il loro medico di famiglia e anche con i farmacista di zona.

L' «accerchiamento» di questa fascia di popolazione considerata la più a rischio è iniziato settimane fa attraverso la cosiddetta chiamata attiva; l'impiego di mezzi mobili dell'Esercito per raggiungere a domicilio i più isolati; e poi i punti vaccinali «pop up» che cercano di avvicinarsi ai cittadini in tutti i territori offrendo i vaccini senza prenotazione.

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