Ogni nuovo vaccino presenta dei rischi e richiede dei controlli. Esattamente quello che ora sta accadendo per il vaccino prodotto da AstraZeneca e su questo devono parlare gli esperti, dati ed esami alla mano. Nella storia delle vaccinazioni però una costante c'è. Rispetto ai vaccini si sono sempre susseguite ondate di sospetti e di paure. Qualche esempio? Partiamo ab origine. La nascita del vaccino è legata alla tremenda esperienza del vaiolo: nell'Europa del XVIII secolo uccideva quasi 400mila persone ogni anno. Moriva tra il 20 e il 60% degli adulti infettati e l'80% dei bambini. I turchi avevano inventato un sistema di cura, la «variolizzazione», che consisteva nell'inoculare nei sani il materiale prelevato dalle pustole delle persone quasi guarite. Contenevano materiale virale inattivato e consentivano lo sviluppo dell'immunità. Non era una panacea, ma la mortalità scendeva al 2% tra gli inoculati. Durante l'epidemia di vaiolo di Boston del 1721 il pastore protestante e medico Cotton Mather e un altro medico, Zabdiel Boylston, si misero a praticare l'inoculazione. Per i loro pazienti fu una benedizione. Ma in città iniziò subito un movimento di protesta che accusò i due di violare le leggi umane e divine. Venne tirato in ballo il Vangelo di Matteo: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati», anche l'argomento che la «variolizzazione» non ci fosse nella Bibbia venne usato. Senza contare che se il vaiolo era una punizione divina pareva brutto intromettersi. Non parve però brutto buttare una bomba in casa Mather, anche se nella Bibbia si dice di non uccidere e gli esplosivi non compaiano nelle Sacre scritture.
Certo i rischi della «variolizzazione» erano alti, nonostante i benefici. Quando nel 1798 Jenner rese pubblico che il vaiolo vaccino (da cui il termine vaccinazione) poteva essere inoculato con maggiore sicurezza ci si potrebbero immaginare un immediato successo e lo scroscio degli applausi. Non andò così. L'Inghilterra in una sola decade passò da 18mila casi di vaiolo all'anno a 200. Ma nel 1802 circolavano vignette su Jenner che trasformava in mucche le persone inoculandole... Quando, poi, nel 1853 la vaccinazione venne resa obbligatoria ci furono rivolte a Ipswich, Henley, Mitford. Nacquero le Anti-Compulsory Vaccination League che diedero dura battaglia legale. Con il bel risultato di causare una nuova epidemia di vaiolo tra chi aveva rifiutato di vaccinarsi nel 1871: 20mila morti. Per carità non tutte le critiche erano folli, Edgar M. Crookshank, un luminare della batteriologia, poneva interessanti questioni di metodologia igienica su come somministrare il vaccino. Ne venne fuori una commissione parlamentare che lavorò dal 1889 al 1896, per dire che il vaccino era sicuro. I secoli cambiano ma i tempi delle commissioni parlamentari sono sempre gli stessi.
Beh, direte voi però oggi è ben più difficile che ci si lasci prendere dal panico. Tra il luglio 1996 e il febbraio 1997, al Royal Free Hospital di Londra venne effettuato dal dottor (ora ex dottore) Andrew Wakefield un piccolo studio su 12 bambini e il vaccino trivalente (morbillo, parotite, rosolia). Orrore, in ben 8 di loro scrisse di aver registrato segni dello spettro autistico e sintomi di infiammazione intestinale. La questione finì in un articolo pubblicato dall'autorevole rivista Lancet. Fece il giro del mondo in un attimo e sul vaccino trivalente fioccarono accuse tremende, cavalcate da Wakefield. La comunità scientifica fece quello che fanno gli scienziati, si mise a esaminare con calma l'allarme anche se veniva da un campione così piccolo. Alla fine fu un giornalista del Sunday Times, Brian Deer, a scoprire che lo studio presentava una metodologia truffaldina e che, stranamente, Wakefield aveva lui stesso depositato un brevetto per un vaccino sul morbillo concorrente del trivalente. Ovviamente il medico è stato radiato e dal 1998 al 2014 sono stati pubblicati 107 lavori scientifici di livello che dimostrano che la trivalente è sicura. Ma le false notizie sono bastate a far saltare l'eradicazione del morbillo (e quindi della meningite che ne può derivare).
Esattamente come non si spegne mai la polemica sul vaccino antipolio Sabin che viene utilizzato molto in Africa, perché è dato per via orale. Ha quasi eradicato la poliomielite dal continente, ma è stato accusato di aver favorito la nascita dell'Hiv e di indurre sterilità. Ogni volta che si va al riscontro la risposta è la stessa: è sicuro.
Ma tanto basta a creare sacche di popolazione che lo rifiuta, è successo in Nigeria. Allora i vaccini vanno controllati e monitorati, non fa una piega. Ma a come lo si racconta bisogna stare ben attenti. E ricordarsi i milioni di vite salvati usandoli, anche con coraggio (e modificandoli se serve).
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