Tra novembre e dicembre potrebbe cominciare la vaccinazione dei bambini sotto i 12 anni. La sperimentazione di Pfizer e BioNTech si è conclusa con risultati molto positivi e negli Stati Uniti le somministrazioni alla fascia 5-11 anni inizieranno già a ottobre, non appena la Fda darà il suo via libera. In Europa l'ok di Ema ed Aifa potrebbe arrivare qualche settimana dopo. Lo studio di fase 2/3 ha dimostrato «un profilo di sicurezza favorevole e una robusta risposta» in termini di anticorpi neutralizzanti, annuncia Pfizer. Tittavia il numero dei bambini che hanno partecipato all'ultima fase della sperimentazione (2.200) è un po' bassino anche a detta del virologo Roberto Burioni. La dose sarà di 10 microgrammi, un terzo rispetto a quella degli adulti, e saranno previste due dosi a distanza di 21 giorni l'una dall'altra.
Il vaccino «anti Dad» per gli alunni arriva giusto in tempo per prevenire la pandemia nella scuole. Più aumenta la platea dei vaccinati, più i bambini restano gli unici bersagli su cui il virus può attecchire. E vanno protetti al più presto. «Sarebbe addirittura meglio - fa notare il pediatra Italo Farnetani, professore ordinario di pediatria della Libera Università Ludes di Malta - anticipare le vaccinazioni per evitare che il rischio di contagio si accavalli con l'adenovirus e con tutti i virus influenzali in circolazione in autunno-inverno».
Ai pediatri, in questa fase, spetta una profonda opera di convincimento, immaginando che a numerose mamme non basteranno i dati di una sperimentazione ottima che ha registrato solo 60-70 casi di miocardite (risolvibile in pochi giorni) su un milione di vaccinati.
«Prima un bambino si vaccina, meglio è - sostiene Farnetani - Il vaccino è pericoloso solo se non lo si fa. Invece dobbiamo renderci conto che è il Covid ad essere sempre più pericoloso per i nostri figli e ci sono stati casi molto gravi anche i ragazzini sani come pesci. Non sono mancati nemmeno i decessi. Tutto questo si può evitare con la più totale sicurezza e serenità». E, anzi, la vaccinazione permetterà di affrontare con più tranquillità quello che il pediatra chiama «l'esodo quotidiano scolastico»: 20 milioni di persone - tra alunni, professori e genitori - che ogni giorno entrano ed escono dalle scuole in situazioni in cui il contagio è spesso inevitabile.
Il vaccino, comunica Pfizer, è «ha effetti collaterali generalmente paragonabili a quelli osservati nei partecipanti di età compresa tra 16 e 25 anni», cioè assolutamente tollerabili. Sembrano buoni anche i risultati dello studio in corso sui bambini under 5 anni, ma i dati ufficiali saranno pubblicati entro la fine dell'anno.
Mentre la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni invita alla prudenza e annuncia che non farà vaccinare sua figlia di 5 anni, il virologo Guido Silvestri, docente alla Emory University di Atlanta, fa sapere che suo figlio Nicholas (11 anni) ha partecipato alla sperimentazione. «I principali risultati dello studio - spiega lo scienziato - indicano una efficacia nel generare anticorpi neutralizzanti il virus pari a quella dimostrata dallo stesso vaccino nella fascia di età superiore e la sostanziale assenza di effetti collaterali non rari, perché quelli rari non potrebbero emergere in questo tipo di trial clinico».
Secondo Silvestri, «questo studio è una tappa essenziale nella grande marcia verso la vaccinazione universale contro Covid-19, che riteniamo necessaria sia per ridurre sempre più i danni causati da questo virus molto trasmissibile e
clinicamente insidioso, e sia per eliminare una volta per tutte ogni tentazione di affrontare questa malattia con interventi non-farmacologici (le cosiddette chiusure) di efficacia modesta ed effetti collaterali enormi».
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