La variante inglese fa più paura. E la Lombardia rischia la zona rossa

Aumentano i contagi (ieri 17mila in più), si attende un nuovo picco. Nuove restrizioni dei governatori

La variante inglese fa più paura. E la Lombardia rischia la zona rossa

La cosiddetta variante inglese del virus SarsCov2 sta diventando quella «prevalente» nel Paese, e in considerazione della sua maggiore trasmissibilità «occorre rafforzare/innalzare le misure di mitigazione in tutto il Paese nel contenere e ridurre la diffusione del virus, mantenendo o riportando rapidamente i valori di Rt a valori sotto 1 e l'incidenza a valori in grado di garantire la possibilità del sistematico tracciamento di tutti i casi». Lo evidenzia la nuova «flash survey» condotta dall'Istituto superiore di sanità (Iss) e dal ministero della Salute. Dai dati emerge una chiara espansione geografica dall'epicentro umbro a regioni quali Lazio e Toscana della cosiddetta variante brasiliana che deve essere contrastata con le massime misure di mitigazione. A Brescia invece è stata per la prima volta isolata la variante nigeriana. Sono 17.083 i nuovi casi di coronavirus in Italia e sale così ad almeno 2.955.434 il numero di persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 (compresi guariti e morti) dall'inizio dell'epidemia. I decessi di ieri sono 343 per un totale di 98.288 vittime da febbraio 2020.

Più contagi in 24 ore rispetto a ieri, a fronte di molti più tamponi. E c'è preoccupazione per la diffusione delle varianti e si teme un picco di infezioni quotidiane nelle prossime settimane.

La regione più colpita per numero di nuovi positivi torna a essere la Lombardia (+3.762) lunedì lo era l'Emilia-Romagna con oltre 42 mila tamponi. Seguono sopra quota due mila: Campania (+2.046) ed Emilia-Romagna (+2.040). Ad avere oltre mille contagiati giornalieri sono invece: Piemonte (+1.609) con un deciso aumento, Veneto (+1.228) che ha fatto 42.712 tamponi, ossia il numero più alto di test regionali della giornata, Lazio (+1.188), Toscana (+1.058) e Puglia (+1.021). Bologna e tutto il territorio metropolitano è in zona rossa dal 4 marzo fino al 21: chiusi anche nidi e scuole materne e negozi. Il capitolo parchi, invece, sarebbe ancora in bilico: si sta decidendo in queste ore se chiuderli o meno. La nuova zona rossa potrebbe estendersi anche alla provincia di Modena. E finisce in zona rossa anche Ancona ha dichiarato il governatore delle Marche Francesco Acquaroli. Stesso destino in Piemonte, per 14 comuni collegati al focolaio di Cavour, nel Torinese: 12 comuni della Valle Po e 2 comuni in provincia di Torino. L'Alto Adige di fatto è zona rossa anche se per il governo vige la zona arancione. L'intera provincia di Bolzano infatti per scelta del governatore Arno Kompatscher è sottoposta a misure restrittive più rigide per l'emergenza varianti covid, in particolare quella sudafricana che ha già fatto alcune vittime. In Toscana in zona rossa sono finte le province di Pistoia e Siena. Nel Lazio è la Ciociaria a essere sotto osservazione; è stata istituita la zona arancione per tutta la provincia di Frosinone. In Sicilia i contagi sono in aumento alle porte di Palermo, dove sono finiti in zona rossa due comuni, che saranno in lockdown. Nella Liguria gialla resta la zona arancione rinforzata per le zone della regione confinanti con la Francia. Novità anche in Lombardia, entrata in arancione dal primo marzo, ma che rischia di diventare zona rossa da lunedi. Pesano le varianti che dialogano tra loro. Il presidente Fontana vorrebbe giocare d'anticipo per non dare ancora la sensazione di inseguire il virus.

I dati sull'andamento della pandemia stanno peggiorando e la Regione teme che il cambio di colore con l'introduzione dell'arancione «rafforzato» allargato a una cinquantina di Comuni del Milanese, del Comasco, della Bergamasca e del Cremonese, alla fine, possa non bastare. MAlf

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