Il Ventennio? Per la metà degli italiani è un periodo strumentalizzato dalla sinistra

Il Paese è ancora diviso, ma i più considerano anacronistico il dibattito

Il Ventennio? Per la metà degli italiani è un periodo strumentalizzato dalla sinistra

Il 25 aprile riporta, come ogni anno, il dibattito sulla Resistenza e, più in generale, sul fascismo e l'antifascismo. Si tratta di una questione che non si è mai risolta e di un confronto, quello tra pretesi «fascisti», «neofascisti» e «antifascisti» che si trascina, sia pure con alterni toni e utilizzi politici, dall'inizio della storia repubblicana sino ai giorni nostri in cui è, dopo tanto tempo, ancora considerata attuale: proprio qualche giorno fa Giovanni Belardelli sul Foglio ha pubblicato una utile ricostruzione del dibattito infinito sul 25 Aprile e sulla Resistenza nel nostro paese.

Il fatto che la questione sia ancora considerata presente nel dibattito politico è mostrato anche dai sondaggi di opinione. Tanto che nel più recente, realizzato da Radar SWG, quasi tre italiani su 4 dichiarano che, ancora al giorno d'oggi, «a scuola non si studia in modo approfondito il periodo fascista» e che un altro 68% afferma che «l'Italia non ha ancora fatto sufficientemente i conti con il passato fascista». Ma visto che il desiderio di parlarne ancora è così diffuso, qual è l'opinione degli italiani sul fascismo? La maggior parte ma non la totalità - si definisce antifascista, tanto che due cittadini su tre (66%) dichiarano che «il fascismo è stato il male assoluto». Non si può non notare, tuttavia, che c'è una estesa minoranza (24%, vale a dire un quarto della popolazione) che non è d'accordo con questa affermazione. Anzi, una percentuale ancora maggiore (45%) ritiene che, ancora oggi, «la lettura storica del periodo fascista è troppo di parte e condizionata dal punto di vista della sinistra». E quasi un italiano su quattro (38%) pensa addirittura che «Fascisti e Partigiani comunisti vanno posti sullo stesso piano». Di fronte a posizioni così variegate e contrapposte, non è sorprendente che la maggioranza degli italiani (59%) ritiene che ancora oggi bisogna parlare di fascismo e antifascismo. Per molti dei restanti, tuttavia, il fascismo è una cosa inattuale: la giudica «sorpassata» il 17% (che diventa il 43% tra gli elettori di Fratelli d'Italia) o «da affrontare sotto una luce nuova, evidenziandone i lati positivi» secondo il 15% (che diventano il 35% tra gli elettori leghisti). Il tema continua dunque a dividere: se il 63% degli italiani non esita a definirsi comunque antifascista (e tra questi anche la maggioranza assoluta, 55%, degli elettori di Fratelli d'Italia ma solo il 39% dei leghisti), vi è però un italiano su quattro (24%) che afferma di non esserlo e un 13% che si rifiuta di rispondere a una domanda siffatta Tutta la questione si è ovviamente attualizzata da quando il partito di Giorgia Meloni ha assunto le leve del potere. Non sono pochi, infatti (27%), coloro che ritengono che il partito Fratelli d'Italia sia in qualche modo legato al fascismo: tra costoro c'è la maggioranza degli elettori del Pd (63%), ma una netta minoranza (13%) di leghisti e, naturalmente, solo l'1% degli elettori di Fratelli d'Italia. Ma va detto che la maggioranza relativa (37%) degli italiani è convinta che, a questo punto, Fratelli d'Italia non sia legato in nessun modo con il fascismo.

O, meglio, se per il 28% il Governo Meloni «non ha alcun rapporto con il fascismo», per un altro 40% il Governo Meloni, pur concordando che l'esecutivo «non si ispira al fascismo», rileva che, a suo avviso «a volte dimostra che ne è ancora culturalmente un po' condizionato». Ciò che non intacca, tuttavia, il grande consenso di cui il Governo gode attualmente.

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