Cleveland Chiuso il sipario della Quicken Loans Arena di Cleveland è il momento dei bilanci di questa Convention repubblicana sui generis. L'unica certezza, oltre all'incoronazione di Donald Trump per la nomination del Grand Old Party, ha il volto di donna, e non certo di colei che dovrebbe accompagnare il tycoon alla Casa Bianca in caso di vittoria l'8 novembre. Non parliamo infatti di sua moglie Melania, ma di Ivanka Trump, aspirante First Daughter, ma in realtà considerata all'unanimità la vera candidata First Lady. La figlia prediletta del re del mattone, 34 anni, manager dei suoi alberghi, stilista e madre di tre figli, è la sua confidente più fidata e la sua vera arma segreta. Le sono bastati pochi minuti sul palco nella serata conclusiva della kermesse nella città dell'Ohio, prima di introdurre il padre, per infiammare il pubblico di una Convention sino a quel momento caratterizzata da poca energia, accuse di plagio e profonde divisioni all'interno del partito. Mentre Melania Trump si è trovata invischiata nella faccenda del discorso copiato da Michelle Obama, Ivanka è apparsa più incisiva non solo dell'ex modella slovena, ma anche dei fratelli Eric e Donald Jr.
Dal podio, con indosso un vestito rosa cipria da 140 dollari disegnato da lei, ha raccontato perché il padre è il candidato giusto, e si è rivolta in particolare all'elettorato femminile, dove il consenso di The Donald è più debole. Nella sua azienda, ha spiegato Ivanka, lui premia il talento e supporta le donne. «Alla Trump Organization ci sono più donne che uomini dirigenti - ha detto tra gli applausi scroscianti del pubblico - Sono pagare allo stesso modo dei colleghi maschi e quando una lavoratrice diventa madre viene sostenuta, non allontanata». «Le donne single senza figli guadagnano 94 centesimi per ogni dollaro guadagnato da un uomo, mentre per le donne sposate con figli si scende a 77 centesimi - ha continuato -. Non è più il sesso il fattore che crea la maggiore differenza salariale, ma la maternità».
La figlia del miliardario newyorkese ha scelto di avventurarsi sull'impervio terreno della condizione delle lavoratrici madri e dell'assistenza all'infanzia, presentando un programma decisamente più democratico che repubblicano.
D'altronde Ivanka, che ha anche organizzato una raccolta fondi per il senatore del New Jersey Cory Booker (papabile candidato vice presidente di Hillary Clinton), ha spiegato che «non si considera né democratica né repubblicana», e ha sempre sostenuto il candidato da cui si sente più rappresentata. E alla platea della Q Arena il suo discorso «progressista» è piaciuto parecchio, a giudicare dalle ovazioni che le sono state tributate.
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