Vermi nel minestrone, 20 anni per scoprire i colpevoli

In una scuola elementare di Milano

Vermi nel minestrone, 20 anni per scoprire i colpevoli

Milano - Correva l'anno 1995, mese di gennaio: un Gianfranco Fini molto lontano dal celebre «Che fai, mi cacci?» svoltava a Fiuggi dal Movimento Sociale ad Alleanza Nazionale, Gianluca Vialli era il centravanti della Juve di un Avvocato Gianni Agnelli ancora in ottima forma, «la bomba» Alberto Tomba spazzava via la concorrenza nello slalom gigante.

A Milano era sindaco Marco Formentini, Riccardo Muti sfiorava il giro di boa della sua quasi ventennale direzione della Scala, e i bambini si ritrovavano i vermi nel minestrone servito nella mensa scolastica. Sembra passata un'era geologica, eppure per quest'ultimo episodio, per quelli che tecnicamente si chiamano «lepidotteri spiralide», finiti in un martedì d'inverno nel passato di verdure destinato ai piccoli allievi, la sentenza del Tribunale civile è arrivata solo il 28 aprile di quest'anno. Vent'anni e tre mesi dopo i fatti.

Chissà se ricordano quella brutta giornata i bimbi dell'elementare di viale Romagna, una delle scuole del primo turno di refezione dove non si fece in tempo a sostituire in extremis il piatto infetto dai parassiti con uno di pastasciutta o con un panino: hanno avuto abbastanza margine per prendere la patente, forse trasferirsi altrove, qualcuno magari avrà persino dei figli oggi a loro volta in età scolare.

Adesso il Tribunale civile di Milano, con la sentenza numero 5447 iscritta al ruolo generale di quest'anno, ha condannato il gruppo Marr spa (appaltatore) assieme alla Co.Val.pa (cioè la ditta che aveva venduto le verdure congelate), all'Agrifood Abruzzo e alla Agricola Bandierino (entrambe chiamate in causa dalle prime due, in quanto fornitori) a pagare al Comune di Milano 173.306 euro come risarcimento del danno, oltre agli interessi e alle spese legali.

Sarebbe un errore, però, addossare le colpe di tempi così lunghi solo alla consueta lentezza della macchina giudiziaria: la stessa amministrazione comunale ha sonnecchiato parecchio, tirando per le lunghe le altre verifiche interne e gestionali, e arrivando a citare in giudizio le aziende coinvolte solo a fine settembre 2006. Undici anni dopo i fatti. Cioè quando era sindaco da quattro mesi Letizia Moratti, l'era di Formentini apparteneva al passato e Gabriele Albertini aveva guidato la città per ben due mandati consecutivi.

Fa quasi ridere questa sentenza ora, visto che nel frattempo nelle mense scolastiche milanesi si è sperimentato di tutto, dal menu vegano dell'ottobre 2013 - ma l'hamburger di grano saraceno condito con crema di zucchine e zucca, l'insalata di tofu e il muffin alla carota furono un flop - alla cucina mediorientale a base di falafel del mese successivo, fino a quello «universale» sperimentato in occasione di Expo per mettere d'accordo musulmani, cattolici, ebrei e buddhisti.

E soprattutto fa ridere adesso, ad appena due giorni dalla seduta plenaria con cui il Parlamento europeo ha dato il via libera agli insetti a tavola (assieme ad alghe, funghi, coloranti e cibi costruiti in laboratorio), purché approvati dall'Efsa, l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare.

Qualunque cosa ne dica

Strasburgo, però, la vicenda milanese non si può dire conclusa: il gruppo Marr spa ha infatti presentato ricorso in appello. Se volete sapere come va a finire, auguratevi di vivere ancora abbastanza a lungo.

Twitter @giulianadevivo

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