Alleati sul comune fronte ucraino o nemici su quello di un'imminente guerra commerciale tra Europa e Stati Uniti? Emmanuel Macron e Joe Biden lo scopriranno durante gli incontri di oggi alla Casa Bianca. Di certo non è un appuntamento facile. Nella valigetta di Macron c'è un voluminoso «cahier de doléance»
Dietro quella lista di lamentele vi sono le preoccupazioni di un'Ue convinta che i 369 miliardi di sussidi a veicoli elettrici, batterie o energie rinnovabili «made in Usa» rappresentino un colpo mortale per la propria industria. «Sono superaggressivi nei confronti delle aziende francesi». Un colpo reso più doloroso dall'indifferenza con cui la Casa Bianca guarda alle difficoltà dell'alleato europeo. Il prezzo, assai esoso, pagato dagli europei (Italia compresa) per garantirsi il Gnl americano e sopperire alla rinuncia al gas russo è per molti esponenti Ue il simbolo di quell'indifferenza. «Gli Usa ci vendono il gas imponendoci un moltiplicatore di 4 volte rispetto al prezzo oltre-Atlantico», spiegava il commissario europeo Thierry Breton. E ad aumentare il malumore s'aggiunge il costo degli armamenti che le nazioni Ue acquistano negli Usa per rifornire l'Ucraina e ricostituire i propri arsenali. Ma dietro le preoccupazioni di cui Macron si farà ambasciatore vi è soprattutto l'«Inflation Reduction Act», il piano per il contrasto dell'inflazione e lo sviluppo dell'economia «verde» votato dal Congresso e firmato da Biden ad agosto. Oltre a mettere fuori mercato le aziende europee il piano potrebbe spingere le multinazionali ad abbandonare la Ue per approfittare delle sovvenzioni e dei minori costi energetici garantiti dagli Usa. «L'Europa non è competitiva (...) stiamo perdendo sempre più il contatto con i costi dell'elettricità e del gas», spiegava ieri il numero uno di Volkswagen Thomas Schäfer aggiungendo che senza una riduzione dei prezzi dell'energia «gli investimenti in produzioni ad alta intensità energetica o in nuove fabbriche di celle a batteria in Germania e nell'Ue diventeranno praticamente irrealizzabili». Un allarme rilanciato dal leader socialdemocratico tedesco Lars Klingbel che denuncia le «tendenze protezioniste» di una politica economica statunitense che sembra «avere come obbiettivo noi europei».
Preoccupazioni condivise dal presidente francese che prima di arrivare negli Usa ha denunciato più volte i «prezzi poco amichevoli» del gas e il «protezionismo aggressivo» di Washington. Resta però da vedere se Macron riuscirà a far breccia nell'indifferenza di un Joe Biden.
In assenza di aperture il presidente francese potrà soltanto evocare una guerra commerciale agli Usa che l'Europa, già provata dall'effetto boomerang delle sanzioni a Mosca, dovrà combattere in una posizione d'inevitabile inferiorità politica ed economica.
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