Vertici continui Fi-Lega. E Salvini avvisa Meloni: opposizione concordata

Incontri settimanali tra i due partiti. Il leader del Carroccio: Fdi si muova in un certo modo

Vertici continui Fi-Lega. E Salvini avvisa Meloni: opposizione concordata

Azioni parlamentari condivise, riunioni settimanali dei ministri di Lega e Forza Italia, cabina di regia per le scelte dei candidati per le Amministrative, coesione assoluta in vista dello sprint finale verso il Colle, ovvero per i 100 giorni che dividono il centrodestra dalla scelta del successore di Sergio Mattarella.

Dopo le periodiche incomprensioni dei mesi scorsi, culminate con la mancata riconferma di Giampaolo Rossi nel cda della Rai, i rapporti tra il centrodestra di governo e Fratelli d'Italia tornano a rinsaldarsi. L'ultimo chiarimento è arrivato nel vertice Villa Grande, un appuntamento che è servito a stringere i bulloni e a ritrovarsi su alcuni punti fermi, non senza una quota parte di autocritica per alcune scelte sbagliate compiute in occasione delle Amministrative. Ci si prepara insomma a una nuova stagione come annuncia Matteo Salvini nell'anticipazione del libro di Bruno Vespa «Perché Mussolini rovinò l'Italia (e come Draghi la sta risanando)». «Dopo quattro mesi che chiedo a Berlusconi un coordinamento, finalmente dal 28 ottobre sono programmate riunioni settimanali dei tre ministri nostri e dei tre di Forza Italia per muoverci in materia unitaria», annuncia il leader leghista. «Con la Meloni, che non sta al governo, faremo riunioni con i capigruppo perché su certi passaggi complicati anche l'opposizione si faccia in una certa maniera».

Dopo il pranzo di coordinamento tra Silvio Berlusconi e il leader della Lega di giovedì scorso, questa settimana - la data non è ancora fissata - toccherà proprio a Giorgia Meloni incontrare il Cavaliere. L'obiettivo è smussare gli ultimi angoli e creare una struttura di coordinamento dell'attività in Parlamento, senza escludere che i leader politici possano avere incontri «di coalizione» con il premier Draghi su alcune materie su cui esistono convergenze politiche. La Meloni tornerà a chiedere garanzie e chiederà rassicurazioni in merito a possibili virate verso il proporzionale. Una ipotesi che non ha mai convinto particolarmente Berlusconi che rivendica la sua identità di padre del bipolarismo italiano. La leader di Fratelli d'Italia pretende una blindatura del sistema maggioritario, ma su questo ha già ottenuto rassicurazioni. L'altro punto riguarda la necessità di evitare quell'infinito processo di selezione dei candidati sindaci che produce soltanto logoramento dentro la coalizione. L'obiettivo è dare un colpo di acceleratore anche simbolico e un vero. cambio di passo. Come? Scegliendo entro la fine del mese i candidati sindaci delle 24 città che andranno al voto nei primi mesi del 2022, così da poter davvero costruire una campagna elettorale all'altezza. Quello che dall'uno e dall'altro fronte viene sottolineato è che il clima è cambiato. La necessità di ritrovare la coesione è sentita da tutti, la litigiosità non ha portato benefici per nessuno. Al contrario l'azione comune messa in campo in occasione del Ddl Zan è diventato un patrimonio da cui ripartire, possibilmente allargando il perimetro del centrodestra, invece di indulgere in differenziazioni a volte davvero poco comprensibili per l'elettorato.

Tutto questo, naturalmente, nella prospettiva della partita che potrebbe portare Silvio Berlusconi al Quirinale. Un'occasione storica rispetto alla quale è necessario fare blocco ed evitare qualunque infortunio politico e scivolone verbale.

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