La rivelazione è di quelle che colpiscono e provocano stupore e sgomento. Nel corso dell'assemblea di Noi Moderati si riuniscono i tavoli programmatici, classico strumento in cui confrontarsi con gli iscritti o tra gli eletti, raccogliere idee e far nascere dal basso idee e proposte da sviluppare poi ai livelli più alti.
Un tavolo è dedicato alla violenza di genere, quattordici partecipanti di cui tredici donne. A presiedere il dibattito è la deputata Martina Semenzato (nella foto), dal luglio 2023 eletta presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere. Alla fine dell'incontro la stessa Semenzato relaziona la platea sull'esito del confronto, provocando un'onda di gelo nella sala.
«Delle tredici partecipanti al dibattito sulla violenza di genere, in sei hanno raccontato la propria storia di abusi». In sostanza quasi la metà delle donne che partecipavano alla discussione tematica durante l'evento di rilancio del partito centrista all'hotel Marriott hanno confessato di aver subito sulla propria pelle molestie fisiche o psicologiche. Donne della società civile, «scrittrici, psicologhe, avvocate e imprenditrici», spiega Semenzato. La platea tributa loro un applauso, ma la sorpresa è palpabile e diventa una testimonianza viva dell'incidenza del problema.
I lavori dei tavoli si sono tenuti a porte chiuse, senza presenza della stampa o della diretta Facebook come negli altri momenti dei lavori congressuali. «Hanno avuto davvero grande coraggio - spiega la Semenzato - a voler raccontare storie così personali che ovviamente hanno indirizzato i lavori del tavolo tematico». La deputata ci tiene però a smentire alcuni articoli di stampa che hanno veicolato una versione diversa, ovvero che le iscritte a Noi Moderati abbiano tutte subito violenza sessuale. «Nessuna delle donne che sono intervenute è stata violentata. Hanno però sperimentato violenze psicologiche o economiche, in famiglia come al lavoro. Donne che magari lavoravano con il marito e al momento della separazione hanno scoperto che non le erano mai stati versati i contributi. Oppure donne che hanno subito pressioni indebite da parte dei superiori sul lavoro. Queste donne hanno voluto condividere la loro storia anche per testimoniare che anche di fronte alle difficoltà si può vivere una esperienza di resilienza e rinascita fino a ritrovare una vita personale autonoma e una indipendenza economica. Hanno sottolineato l'importanza della politica che deve essere capace di ascoltare e agire in maniera coerente. Ma anche la necessità che le vittime siano pronte a denunciare, una reattività che deve coinvolgere anche gli operatori del settore e a cui deve contribuire che la magistratura ascoltando il grido di dolore di chi vive queste situazioni. Posso assicurare che dopo l'incipit che ha provocato un certo sconcerto tutto il dibattito è stato molto propositivo».
La vicenda non sorprende più di tanto Mara Carfagna, da sempre impegnata contro lo stalking e la violenza sulle donne. «Non sono affatto sorpresa da quello che ho ascoltato sulle sei donne su 13 che hanno raccontato di avere subito violenza», dice parlando con Open.
«Sono impegnata da quasi 20 anni sul contrasto alla violenza sulle donne e di storie drammatiche ne ho ascoltate e vissute indirettamente moltissime. È un fenomeno vasto e c'è molto sommerso, tanto di non denunciato. Ma c'è anche un accrescimento della consapevolezza per un tema sempre più centrale nel dibattito politico».
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